Corto circuito ornitico letterario per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dopo essersi più volte scagliato contro i “gufi” resuscitando una visione medioevale di un animale invece utile oltre che protetto dalla legge, cita impropriamente un altro rappresentante della fauna italiana. Il nuovo scivolone va in scena addirittura a Palazzo Vecchio, a Firenze, nel corso degli “Stati generali della lingua italiana”.
Il Presidente del Consiglio, volendo citare Baudelaire ed il grande uccello selvatico, nomina incredibilmente un “airone”. Gaffe non da poco, soprattutto per il particolare contesto. Baudelaire, infatti, paragona la sua condizione di vita ad un albatros.
La misura, per la LIPU, è ormai colma e per questo al Presidente del Consiglio verrà recapitata una Guida al riconoscimento degli uccelli.
“Abbiamo sempre accettato con ironia – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – il ritornello del gufo come metafora di negatività e malaugurio che il presidente del Consiglio ripropone continuamente. Sbagliando, perché i gufi sono animali straordinari, pieni di virtù e qualità, e non portano affatto sfortuna. Tuttavia, l’equivoco tra l’albatros e l’airone ci dà modo di chiedere al presidente Renzi più attenzione per la natura: la quale non è uno scherzo del linguaggio né un insieme di luoghi comuni ma un mondo ricchissimo di fascino, colori, imprese, benefici per le società umane, da conoscere e tutelare. Per questo – ha aggiunto il presidente della LIPU – abbiamo appena spedito al Presidente del Consiglio una Guida al riconoscimento degli uccelli selvatici, come piccolo omaggio della Lipu e come invito ad impegnarsi di più, nelle politiche di conservazione della natura, degli uccelli selvatici e della biodiversità, che in questi anni ha purtroppo un po’ dimenticato. Questo contribuirebbe a far sì che l’Italia torni davvero ad essere meravigliosa, come dice il Presidente Renzi, e a dispiegare le sue grandi ali, ovvero quelle del paesaggio, dell’agricoltura ecologica, della natura protetta, della bellezza”.