Tra i tanti temi sul tappeto in discussione tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico in vista della formazione del nuovo governo Conte, c’è anche quello della modifica del Reddito di cittadinanza.
Il Pd sarebbe intenzionato infatti a mettere mano ad una riforma del provvedimento bandiera dei grillini soprattutto su alcuni aspetti legati al meccanismo per il reinserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari del sussidio e alla questione dell’accesso alla misura per i cittadini extracomunitari.
Come è risaputo, il Reddito di cittadinanza, nelle intenzioni del legislatore, non dovrebbe limitarsi ad essere solo un sussidio di disoccupazione ma soprattutto uno strumento di politica attiva sul lavoro. Fino ad ora, da questo punto di vista, è stato fatto ben poco.
Da lunedì 2 settembre i titolari del Reddito di cittadinanza e i loro familiari verranno convocati dai Centri per l’impiego per firmare il Patto per il lavoro e, come prevede il provvedimento, inizieranno un percorso per il loro reinserimento occupazionale.
Il Partito Democratico chiede di inasprire le sanzioni per chi dovesse disertare l’appuntamento presso i Centri per l’impiego. Al momento la legge prevede la sospensione del sussidio per un mese per i beneficiari del Reddito che non dovessero presentarsi al primo appuntamento, due mensilità per la seconda assenza non giustificata e infine la perdita totale del contributo dopo la terza convocazione andata a vuoto.
La proposta di modifica del Pd prevede invece di far scattare il decadimento già dopo il secondo rifiuto a presentarsi ai Centri per l’impiego mentre chi manca al primo appuntamento dovrebbe essere punito con la sospensione del sussidio per due mesi.
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