Pesante attacco di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al reddito di cittadinanza, la misura voluta dal MoVimento 5 Stelle e approvata nel primo Governo Conte.
Durante un comizio a Frosinone, a sostegno di Riccardo Mastrangeli, sindaco del centrodestra, Meloni ha detto: “Il reddito di cittadinanza lo considero alla stessa stregua del metadone per i tossicodipendenti, perché il metadone non cura, non risolve il problema, tiene il tossicodipendente stabile nella sua condizione e la società chiude gli occhi e così tampona il problema”.
E ancora: “Io, da sempre, sono una grande sostenitrice delle comunità terapeutiche dove il tossicodipendente può essere curato. Fa la stessa cosa: non ti risolve la condizione di povertà, ma ti mantiene in quella condizione, ti fa dipendere dalla politica, costringendo chi ne beneficia a votare il partito che glielo assicura”.
Anche Matteo Salvini, leader della Lega – vice premier nel primo governo Conte – ha parlato del sussidio, durante un punto stampa a Lissone, in Brianza: “Ho detto al premier Mario Draghi di cambiare radicalmente il Reddito di cittadinanza che sta diventando uno strumento di lavoro nero e disoccupazione. Dopo tre anni di esperienza mi sembra evidente che qualcosa non funzioni”.
In difesa del RDC, invece, si è espresso Daniela Rondinelli, europarlamentare del M5S: “Adesso ci pensa anche il cantante Albano a gettare fango contro il reddito di cittadinanza. È un continuo ‘teatrino’ che cerca di ingannare quei milioni di cittadini e cittadine che patiscono la peggiore povertà lavorativa di sempre. Il reddito di cittadinanza non è il male assoluto del mondo del lavoro. Ciò che fa più rabbia è il fatto che i vari Borghese, Briatore, Albano di turno e tutti i politici o leader di partito che cercano di trarre vantaggio da questa inutile polemica non menzionino mai i problemi delle persone, dei lavoratori e delle lavoratrici i cui diritti e la cui dignità viene calpestata ogni giorno in tanti settori. Quando infanga il reddito di cittadinanza e insulta i giovani definendoli degli ‘scansafatiche’, tirando in ballo il modello tedesco, Albano non sa di cosa parla. Il problema sono i salari bassi: un lavoratore stagionale in agricoltura arriva a percepire anche due-quattro euro l’ora senza garanzie sulla salute e sicurezza e orari di lavoro inaccettabili. Se dovessimo guardare al modello tedesco, come propone Albano, l’Italia dovrebbe introdurre il salario minimo in vigore in quel Paese e allora non ci sarebbero più capri espiatori o specchietti per le allodole. Ma soprattutto non ci sarebbe più tutta questa ipocrisia e noncuranza dei diritti fondamentali di cui a quanto pare ignori del tutto valore e importanza”.