Alcuni razzi si sono schiantati contro una base dell’esercito americano e una redazione di un telegiornale curdo a Erbil, nel nord dell’Iraq.
Il governatore Omed Khoshnaw ha confermato che almeno una dozzina di “missili balistici di produzione iraniana” hanno colpito la città la scorsa notte. Non è chiaro se i missili abbiano avuto come obiettivo il consolato americano o l’aeroporto della città del Kurdistan iracheno. Funzionari curdi e statunitensi hanno confermato che non ci sono state vittime. Nessuno, al momento, ha rivendicato la responsabililtà dell’attacco.
Il generale della marina americana Frank McKenzie aveva avvertito di possibili attacchi nell’area nel dicembre scorso. Lo scenario attuale è che le forze americane in Iraq hanno un ruolo non combattivo ma l’Iran e i suoi alleati “vogliono ancora che le truppe americano vadano via dal Paese”. Questo, di conseguenza, secondo McKenzie, “potrebbe innescare più attacchi” contro le basi statunitensi.
Il religioso musulmano sciita iracheno Moqtada al-Sadr ha scritto su Twitter: “Erbil è sotto tiro… come se i curdi non fossero iracheni”. L’attacco è avvenuto durante una pausa a Vienna per trovare un accordo sul nucleare di Teheran per via dell’invasione russa dell’Ucraina.
La base statunitense dell’aeroporto internazionale di Erbil è stata colpita da un attacco missilistico nel settembre scorso, nel 20° anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti. Allora i razzi lanciati furono tre.
Infine, l’aeroporto di Erbil, capitale della regione autonoma curda, è stato più volte attaccato nell’ultimo anno, anche da droni carichi di esplosivi.
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