Si chiama Nina Rosa Sorrentino, ha 19 anni e ha la Sindrome di Down. A giugno avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità al Liceo Sabin di Bologna ma non potrà farlo: da una settimana si è ritirata dalla classe quinta. La giovane dovrà provarci l’anno prossimo dopo che la scuola le ha negato questa possibilità. La storia è stata riportata dal Corriere di Bologna.
Nel quotidiano si spiega che, per gli alunni con disabilità, il consiglio di classe alle superiori può optare per tre programmi: ordinario, personalizzato con obiettivi minimi (equipollenti) che porta all’ammissione all’esame di Stato vero e proprio (ma con prove rimodulate) e differenziato, che al termine del quinquennio fa conseguire un attestato di competenze senza alcuna validità.
“Quest’ultimo – si legge nel quotidiano – è quello che gli insegnanti di Nina, già nelle prime settimane della prima liceo, hanno ritenuto più adatto. I genitori lo hanno accettato”.
All’inizio del terzo anno, però, la famiglia comprende che per Nina si potrebbe fare di più e decidono, pertanto, di parlarne con l’insegnante di sostegno: “Abbiamo chiesto alla scuola di poter mettere in campo una progettualità didattica che portasse a lungo termine nostra figlia al raggiungimento di quegli obiettivi minimi necessari per poter essere ammessa in quinta all’esame di maturità”. Il consiglio di classe, ai primi di marzo, però ha detto no. Di conseguenza, se la ragazza non fosse stata ritirata da scuola entro il 15 marzo, a fine anno avrebbe ricevuto l’attestato di competenze e per cimentarsi nell’esame di Maturità avrebbe dovuto ricominciare daccapo, a settembre, dalla prima superiore.
In una lettera, la dirigente del liceo ha spiegato che, per Nina, quell’obiettivo sarebbe stato troppo impegnativo e stressante e le avrebbe potuto procurare “senso di frustrazione nella ragazza”.
I genitori, però, non ci sanno. Papà Alessandro ha detto: “Se un ragazzino senza disabilità nella vita ha qualche possibilità in più di nostra figlia, allora Nina deve avere un pezzo di carta in più non per stare al passo, ma per avere davvero un’opportunità”. “Siamo nella nebbia— hanno proseguito i genitori — Cercheremo un’altra scuola da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società”.
Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, ha affermato: “Quanto riportato dal Corriere di Bologna, sulla studentessa con la sindrome di Down alla quale è stata negata la possibilità di sostenere l’esame di maturità, e pertanto costretta a ritirarsi dal Liceo a cui era iscritta, non è certo l’esempio della scuola dell’inclusione alla quale ci ispiriamo. Portare una studentessa con disabilità a cambiare scuola è un episodio grave. La scuola deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per permettere ai ragazzi diversamente abili di poter realizzare il proprio percorso scolastico, nonché di poter crescere e formarsi, affrontando le prove che la vita ci pone davanti”.