Il 3 febbraio del 2022 scadrà il mandato del dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
E se il suo successore fosse una donna? Lo chiedono con forza un gruppo di intellettuali e artiste.
Una donna al Colle
“Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna” al Colle.
E’ quanto scritto in un appello “alle forze politiche chiamate a votare il prossimo Presidente della Repubblica” firmato da Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia.
L’Italia democrazia incompiuta, l’appello
“Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo” salire al Quirinale, anche se “non è questa la sede per fare un elenco di nomi”, aggiungono.
“Tra poco – è scritto nell’appello – sarete chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, e crediamo sia giunto il momento di dare concretezza a quell’idea di parità di genere, così tanto condivisa e sostenuta dalle forze più democratiche e progressiste del nostro Paese. Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna. Si parla di democrazia dei generi ma da questo punto di vista l’Italia è una democrazia largamente incompiuta, tanto più rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia. Eppure sappiamo che ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo rappresentare l’intera nazione al massimo livello. Non è questa la sede per fare un elenco di nomi ma molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici ricevuti, e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l’autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento. Questo è il punto. Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta. Ci rivolgiamo a voi, fate uno scatto. L’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza“.
Il dibattito
L’appello ha riacceso il dibattito anche sui social. In rete ci sono delle petizioni che vanno nella stessa direzione e anche il leader dei grillini Giuseppe Conte aveva detto: “Vedrei bene una donna al Colle”.
Linda Laura Sabbadini, “direttora” – come ama definirsi – centrale Istat, su La Repubblica di oggi scrive: “I partiti devono decidere da che parte stare. È ora che una donna rompa questo tetto di cristallo, una donna che esprima la forza delle donne, che si attivi e spinga per superare la disuguaglianza di genere e tutte le disuguaglianze, che sappia trovare la leva che solleverà l’Italia”. E ancora: “Non siamo un Paese normale. Perché non è ancora naturale che una donna arrivi ai vertici delle istituzioni. Ora ci vuole un atto di coraggio e di rigenerazione della nostra democrazia. Una donna al Quirinale, come richiesto nell’appello delle donne del mondo della cultura”.
Il toto nomi
Un appello dunque, tutto in rosa, per una donna al Colle, anche se nessuna candidatura viene specificata. Tuttavia, già da settimane circolano alcuni nomi: da Marta Cartabia, ministra della Giustizia, a Emma Bonino, senatrice radicale di Più Europa, da Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato, ad Anna Maria Tarantola, già presidente RAI, da Rosy Bindi, già presidente del Pd, a Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN di Ginevra, da Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ad Anna Finocchiaro, già ministra per i Rapporti con il Parlamento.
La campagna di Aidda e le 7 “virtù presidenziali”
Tra le tante petizioni nate in rete, basta citare quella di Aidda, lanciata su change.org.
I tempi in Italia sono maturi per una svolta femminile che porti finalmente “Una donna al Quirinale”: è questo il titolo della campagna di Aidda, l’associazione italiana che valorizza e sostiene l’imprenditoria al femminile, con un evento a Napoli dal quale è partita anche una petizione popolare online. Sono sette le “virtù presidenziali” indicate durante l’iniziativa e che saranno i pilastri portanti della campagna di sensibilizzazione voluta dalla presidente nazionale di Aidda, Antonella Giachetti: Capacità di unire un Paese diviso; Sguardo ‘glocal’: orizzonte internazionale, ma radici nei territori; Ascolto e naturale empatia; Conoscenza profonda del quadro costituzionale, giuridico e di governance con buona conoscenza di inglese; Rispetto del ruolo tradizionale di super partes; Attenzione primaria ai concetti di cura relativa alle persone, all’ambiente, alle relazioni e di one Health, la salute di tutto l’ecosistema che comprende l’uomo e tutto l’ambiente; Equilibrio fisico e psicologico.
Cura e sostenibilità al centro dell’attenzione
Dopo aver indicato le virtù presidenziali, il testo della petizione continua: “Caratteristiche intrinseche dell’essere donna e che sarebbe l’ora di portare nel ruolo più prestigioso del Paese, quello che ha il compito di rappresentare l’unità nazionale. A maggior ragione oggi che l’Italia si appresta ad affrontare le difficili sfide della ripresa, dopo l’emergenza sanitaria del Covid, e le opportunità del Pnrr è necessario che il prossimo presidente della Repubblica metta al centro i valori al femminile: primo tra tutti il concetto di ‘cura’, cura del Paese, delle istituzioni, della famiglia, dell’essere umano e dell’ambiente; e poi quello, oggi così cruciale, della sostenibilità che non significa solo contrasto ai cambiamenti climatici, ma anche contrasto alla povertà sociale, economica, culturale e di valori”.
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