Un memorandum per il rilancio del lavoro pubblico nel Mezzogiorno è stato sottoscritto a Napoli dai governatori delle regioni meridionali De Luca (Campania), Musumeci (Sicilia), Oliverio (Calabria), Toma (Molise) e Pittella (Basilicata). Emiliano (Puglia), assente per motivi istituzionali, ha dato comunque la sua adesione.
“Nei prossimi cinque anni – si legge nel documento – nel nostro Paese andranno in pensione circa 450 mila persone. Occorre accelerare fortemente i tempi di reintegro. Per il Sud è una grande occasione per abbassare l’età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati. Tutti obiettivi che le sei regioni firmatarie del memorandum condividono e che possono perseguire senza costi ulteriori di bilancio pubblico perché tutte le assunzioni verranno effettuate rispettando i vincoli di finanza pubblica vigenti. La Pa – si conclude il documento – deve tornare ad essere un pezzo fondamentale del motore dello sviluppo del Mezzogiorno”.
Per il governatore siciliano Nello Musumeci un partito dei governatori del Sud sarebbe auspicabile “Se ne avverte l’esigenza, non vedrei di cattivo occhio una forza politica capace di rappresentare le istanze del Mezzogiorno non in termini di sciocca rivendicazione. Lo dico – ha aggiunto il presidente siciliano – davanti ai colleghi del centrosinistra. In Italia c’è l’esigenza di dovere scomporre e ricomporre l’area del centrodestra, sarà inevitabile e fisiologico. E noi dobbiamo dare agli emarginati e ai non garantiti del sud l’idea di rappresentarli attraverso un progetto sano e concreto. In questa scomposizione del quadro politico italiano, in cui inserisco anche il centrosinistra, c’è la possibilità di rappresentare le istanze del sud che sono diverse da quelle del settentrione, anche per vocazione, del
resto noi guardiamo al Mediterraneo e loro al Baltico”.
“Certo una forza politica non nasce da oggi a domani, ma anche dai risultati elettorali emerge questa esigenza. Se ci vedremo tra qualche mese forse avremo qualche idea in più”.
Musumeci ha spiegato che c’è anche la necessità di presentarsi uniti nell’interlocuzione con il governo: “Questo
progetto del lavoro – ha detto – deve essere portato al tavolo del governo nazionale che non può che sostenere un progetto che vede insieme le regioni del sud. La partita si vince se creiamo un polo al di là delle appartenenze politiche”.
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