Ieri sera, giovedì 5 novembre, un centinaio di persone si è radunato sotto casa del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, per protestare contro la zona rossa, entrata in vigore in Lombardia alla mezzanotte.
Gori su Facebook ha scritto: «In un momento come questo, con tanta gente angosciata per il proprio futuro, buttare benzina sul fuoco, indicare un bersaglio solo per interesse di parte, è a mio parere grave e piuttosto pericoloso», sottolineando che «nessuno può dirsi sicuro di governare quella protesta, una volta che l’ha scatenata».
Gori ha detto: «Un sindaco non c’entra niente ma è facile che alcuni cittadini non lo sappiano e che comunque vedano il sindaco come l’espressione più vicina dello Stato, aldilà delle sue effettive competenze, e che a lui indirizzino il loro malessere e la loro protesta. Succede e succederà». Però, «chi si è mescolato a quel corteo con il solo scopo di strumentalizzarlo sa bene quali siano le competenze dei diversi livelli istituzionali».
Gori ha poi rivolto «un invito alla responsabilità, rivolto alle forze politiche e alle rappresentanze associative che si rendono conto della delicatezza di questo momento, soprattutto per una città ferita come la nostra. Dove è facile che il dolore diventi rabbia, e tanti sforzi per coltivare la coesione sociale vadano rapidamente in fumo. Ognuno faccia la sua parte». Qui il post integrale del sindaco di Bergamo.
Virginia Raggi, sindaca di Roma, su Twitter ha espresso «solidarietà e piena vicinanza al sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Non sei solo. Restiamo uniti per combattere e sconfiggere insieme il virus rispettando le regole. Non abbassiamo la guardia».