La pandemia e la conseguente prolungata chiusura dei locali di spettacolo, hanno accelerato il trasferimento sul web di gran parte dei contenuti artistici ed intellettuali disponibili, fagocitando ancor più velocemente musica, cinema, teatro, letteratura e arte.
In questo frangente, la già avviata ‘rivoluzione digitale’, ha fornito una vasta gamma di strumenti necessari per alleviare le “pene” del lockdown e far passare il pubblico dalla naturale fruizione in presenza a quella via web a distanza; ciò che prima rappresentava solo un’opzione eventuale, per chi preferiva il comodo salotto di casa alle affollate gradinate di un’arena, adesso rischia di diventare il principale strumento di diffusione di gran parte della produzione artistica disponibile.
Ciò non significa che dopo la fine dell’emergenza sanitaria non si tornerà agli spettacoli in presenza, ma senza dubbio questo processo di fruizione “forzata” della rete, rischia di avvantaggiare solo i colossi del web e delle varie piattaforme di streaming a discapito delle maestranze e degli autori dei contenuti intellettuali che, con le loro opere, sono fonte primaria per cinema, teatro, letteratura e musica.
Oggi più che mai, quindi, è necessario evitare che lo sfruttamento via web diventi “selvaggio” e che il prezioso lavoro degli autori sia mal remunerato tanto da influenzarne negativamente la qualità artistica. La normativa sul copyright e sul diritto d’autore può rappresentare in tal senso un probabile primo argine al problema.
È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica ed i fruitori finali, che spesso ingiustamente assimilano i compensi per i diritti d’autore a dei “balzelli” ingiustificati ed insopportabili.
L’Associazione Nazionale dei Professionisti per la Tutela del Diritto d’Autore (Pro.Di.Da.), composta dai mandatari della Siae, proprio in considerazione di una diffusione sempre più ampia di contenuti culturali sulla rete, ha avviato nel 2020 una grande campagna di sensibilizzazione, per la quale ha trovato ampia collaborazione tra artisti, autori, interpreti e giornalisti ( da Red Ronnie a Kelly Joice, da Cheyenne a Fernando Proce, da Andrea Pellizzari a Rudeejay), volta ad affermare che “il diritto d’autore non è una tassa” ma il giusto riconoscimento economico per chi crea opere dell’ingegno musicali, teatrali, cinematografiche, letterarie e figurative.
Pro.Di.Da. è un sodalizio tra professionisti del diritto d’autore, che nasce nel novero della legge n. 4/2013 in un’ottica di aggregazione e servizio, per costituire un ambiente in cui riconoscersi, formarsi, condividere la propria esperienza professionale e trovare nuovi spunti di crescita e di confronto.
“La riqualificazione dei nostri associati che quotidianamente operano per la tutela e la raccolta dei diritti d’autore – afferma il Dott. Vincenzo Cascio in qualità di responsabile dell’area formazione di Pro.Di.Da. – rappresenta uno step fondamentale per adeguare la nostra formazione di base alle nuove tecnologie ed alla diffusione via web delle opere tutelate. Conoscere la normativa di settore non basta, oggi serve saperla applicare correttamente alle fattispecie concrete che le nuove tecnologie quotidianamente ci presentano: questa è la nuova sfida per svolgere bene la nostra professione e dotarci di nuovi strumenti idonei a dare il giusto valore alla creatività”.
Diverse sono state infatti le iniziative culturali ed i momenti formativi organizzati, in presenza ed e-learning, da Pro.Di.Da. in questi ultimi anni. Incontri e momenti di riflessione tutti volti alla tutela dei diritti d’autore in quanto esso rapressenta un volano della cultura italiana.
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