In una città della Cina – Shenzhen – si sta elaborando una legge per vietare ai residenti di consumare la carne di cane con lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare in seguito all’emergenza scaturita dal coronavirus. Se la proposta di legge dovesse essere approvata, sarebbe la prima volta nel Paese. Oltre alla carne di cane, la legge vieterebbe anche il consumo di serpenti, rane e tartarughe.
Come riportato dal Daily Mail, la notizia arriva dopo che la Cina ha già vietato gli scambi e il consumo di animali selvatici, una pratica ritenuta tra le responsabili dell’epidemia del Covid-19. I legislatori di Shenzhen, dove vivono circa 13 milioni di persone, hanno pubblicato la proposta sul sito web dell’amministrazione della città.
I funzionari hanno descritto il regolamento come un «requisito di civilizzazione universale di una società moderna». Inoltre, hanno affermato che l’obiettivo è «soddisfare ulteriormente le esigenze quotidiane delle persone».
Secondo la proposta di legge, nove tipi di bestiame sono adatti al consumo: maiali, mucche, pecore, asini, conigli, galline, anatre, oche e piccioni. I residenti di Shenzhen, se consentito dalla legge, potranno anche mangiare determinati animali acquatici. Insomma, ci sarà una vera e propria ‘lista bianca’ con il compito di informare le persone su ciò che potranno e non potranno mangiare.
È del 24 gennaio, invece, come accennato poco su, l’approvazione di una legge che vieta qualsiasi commercio e consumo di animali selvatici. Il Governo di Pechino, però, deve ancora dare il proprio beneplacito ma il quotidiano statale People’s Daily ha già parlato di proposta «essenziale» e «urgente».
Ciò perché, anche se non si conosce l’origine esatta dell’epidemia del coronavirus, gli scienziati ritengono che possa avere avuto inizio da pipistrelli, serpenti, pangolini o altri animali.
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