Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, intervistato da La Stampa, ha affermato: «la vaccinazione è partita bene e con le dosi necessarie continuerà a ritmi crescenti con l’obiettivo ambizioso, ma necessario per coinvolgere tutti, di finire entro l’anno. Il mio timore è che dopo una prima fase dedicata alle categorie a rischio i più giovani non sentano la necessità di vaccinarsi. Non è facile assumere un farmaco quando si sta bene e non si teme la forma grave della malattia».
«Entro febbraio – ha aggiunto Pregliasco – è realistico completare medici, infermieri e Rsa. Per gli over 80 molto dipende dalle forniture. Pfizer si può fare soprattutto in ospedale, mentre altri vaccini si somministrano anche a casa o dal medico di base. In ogni caso, non penso finiremo prima dell’estate 2022».
Per Pregliasco «i provvedimenti di Natale, la diminuzione dei tamponi e il nuovo conteggio degli antigenici danno come risultato una crescita minore del contagio, non una diminuzione, da verificare nei prossimi 10 giorni».
«Non andiamo peggio di altri Paesi – ha proseguito l’esperto – ma siamo nel limbo. Il lockdown duro ha senso dal punto di vista scientifico, ma susciterebbe una rivolta sociale. Si può continuare con zone rosse non troppo stringenti per regolare la velocità del contagio fino al vaccino».
Le riaperture, secondo Pregliasco, saranno possibili «quando il 20-30 per cento della popolazione, compresa la parte più a rischio, sarà vaccinata».