Il paragone è forte, fortissimo e, forse, anche un pizzico esagerato. Pokemon go, l’applicazione che sta spopolando tra i giovanissimi, come l’acido degli anni 70 servirebbe ad estraniarsi dalla realtà.
Secondo Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta direttrice dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, il continuo utilizzo dell’applicazione porterebbe a un sostanziale abbandono dei confini della realtà, per trasferirsi, virtualmente, in una realtà parallela.
In pratica, la psicoterapeuta, condivide il grido d’allarme lanciato dal vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, che ha definito il gioco dei pokemon diabolico e allarmante, paragonandolo, addirittura, al regime nazizta.
La psicoterapeuta paragona l’applicazione alla diffusione dell’Lsd negli anni Settanta. Unica differenza che quella degli allucinogeni era un’esperienza da vivere in gruppo, mentre il gioco dei Pokemon è un’esperienza solitaria.
Il pericolo sarebbe sociale, se è vero che i giocatori di Pokemon go stanno bene dal punto di vista fisico, ma hanno perso la capacità di rendersi conto dei limiti reali.