Il centrocampista trentenne della Juventus, Paul Pogba, è stato trovato positivo al testosterone durante un controllo antidoping effettuato dopo la prima giornata di campionato, quando la Juventus ha affrontato l’Udinese il 20 agosto.

Il francese non è sceso in campo ma è stato, come da prassi, casualmente selezionato per sottoporsi al test dopo la fine della partita.

Quali conseguenze?

Se le controanalisi dovessero confermare la positività al testosterone di Pogba, il giocatore potrebbe affrontare gravi conseguenze. In base al Codice sportivo antidoping, infatti, la pena massima per una violazione di questo genere è una squalifica di fino a quattro anni. La notizia della positività è emersa proprio mentre circolavano voci sul possibile trasferimento di Pogba in Arabia Saudita all’Al Hittihad.

Non si tratta dell’unico caso legato al doping nella Serie A italiana. L’anno scorso, l’argentino dell’Atalanta, Jose Luis Palomino, è risultato positivo al nandrolone ma è stato successivamente assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping.

Perché il testosterone è doping?

Il testosterone è considerato doping nel contesto dello sport e del doping regolamentato perché è un ormone steroideo che può aumentare significativamente la forza muscolare e la performance atletica quando assunto in dosi elevate o in modo non naturale. Il doping è l’uso di sostanze proibite o metodi non etici per migliorare le prestazioni sportive, ed è vietato dalle organizzazioni sportive e dalle leggi antidoping.

Il testosterone è naturalmente prodotto nel corpo umano, ed è responsabile dello sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili e della crescita muscolare. Tuttavia, quando viene assunto in dosi elevate, come tramite l’uso di steroidi anabolizzanti sintetici, può aumentare la massa muscolare, la forza e la resistenza in modo significativo. Questo può dare agli atleti un vantaggio competitivo ingiusto, motivo per cui è vietato nel mondo dello sport.

Le organizzazioni sportive, come il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e le agenzie antidoping nazionali, conducono test antidoping per rilevare l’uso di sostanze proibite, tra cui il testosterone, e impongono sanzioni agli atleti che vengono trovati positivi. Le sanzioni possono includere la squalifica, la perdita di medaglie e il divieto di competere per un determinato periodo.

Inoltre, l’uso non regolamentato di testosterone e altri steroidi anabolizzanti può causare gravi problemi di salute, tra cui danni al fegato, problemi cardiaci, alterazioni ormonali, problemi psicologici e altri effetti collaterali dannosi.

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