A leggere i giornali di oggi si respira un’aria da cupo dissolvi.
C’è il “corvo” Matteo Renzi che, se non festeggia sulle ceneri del Pd che il segretario Nicola Zingaretti vuole mandare in pensione, poco ci manca.
C’è il viceministro allo sviluppo economico, Stefano Buffagni che difende il leader dimezzato Luigi Di Maio dagli attacchi degli avvoltoi interni al Movimento 5 Stelle pur ammettendo una certa inesperienza politica.
E fra gli avvoltoi, ammesso che l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti possa essere definito tale, non se la passano meglio. In poche righe, Aldo Grasso critico televisivo del Corriere della Sera, presta la sua penna a seppellirlo. Se da un lato, infatti, Fioramonti a Piazza Pulita di La7 qualche giorno fa, ha pesantemente alluso ad un uso distorto (?), ambiguo (?), opaco di certo dei fondi della cosiddetta restituzione degli iscritti pentastellati da parte di Di Maio, del ministro Stefano Patuanelli e di Francesco D’Uva, ora questore a Montecitorio, bastano poche righe a Grasso per smontare dal predellino dell’onestà proprio Fioramonti. E lo fa ricordandogli che all’Università di Pretoria, dove Fioramonti ha insegnato, lo accusano di aver usato impropriamente (e a fini personali) i fondi dell’ateneo.
Si sa, l’onestà è una virtù da maneggiare con cura: chi di onestà ferisce, di onestà perisce.
Ecco, la rassegna di oggi è l’anticamera dell’obitorio per la classe politica che la terza repubblica ci ha consegnato con il voto del 4 marzo 2018.
E se non bastassero questi esempi a dimostrare lo squallore del panorama politico, basta aggiungere anche l’altra notizia del giorno: la ministra Lucia Azzolina, quella attuale dell’Istruzione (come se ci fossimo già dimenticati i suoi voti al concorso per dirigente scolastico) pare abbia copiaincollato ampi brani della sua tesi di specializzazione, come riporta Repubblica di oggi.
Cosa che se la facessero i nostri figli a scuola, rischierebbero la bocciatura.
Ma che tristezza. Si capisce perché poi siamo stati tutti lì ad aspettare che uscisse nelle sale il film di Gianni Amelio, Hammamet, che rischia di essere un’apologia del craxismo, dimenticandoci che le radici del male banale di oggi provengano da quel male criminale.
Vale per tutti eh, non solo per il leader del Garofano.
Allora val la pena concludere con le parole di Massimo Cacciari intervistato oggi da Il Giornale. A proposito del nuovo Pd di Zingaretti dice: “Aspetterò di capire se il nuovo partito (…) sarà davvero nuovo o se sarà ancora un insieme di vecchi catorci, una classe dirigente di ministeriali, di uomini che da trent’ anni si preoccupano solamente di rimanere al governo”. Catorci, una classe dirigente di ministeriali, impegnati solamente a rimanere al governo.
Vale per tutti eh, non solo per gli imbolsiti esponenti del Pd.