La Questura di Pordenone ha sventato l’occupazione della Direzione sanitaria dell’Ospedale civile da parte di alcune decine di esponenti no vax.
La DIGOS, come si legge in una nota, ha intercettato la notte scorsa alcuni messaggi che invitavano simpatizzanti no vax a presentarsi davanti all’ospedale, per sostenere il personale sanitario sospeso dal servizio, in occasione dell’entrata in vigore da oggi dell’obbligo vaccinale per alcune categorie.
Acquisita l’informazione il questore Marco Odorisio ha disposto servizi di sicurezza presso presso l’ospedale civile, la cittadella della salute dove è attivo il polo vaccinale e presso la direzione generale dell’azienda sanitaria. In questo modo è stato possibile bloccare davanti al piazzale dell’ospedale un centinaio di manifestanti, tutti identificati e invitati ad allontanarsi.
Una persona è stata accompagnata in questura perché ha rifiutato l’identificazione continuando a non indossare la mascherina, e quindi è stata anche sanzionata. Riscontrato il mancato preavviso, i manifestanti saranno deferiti per la violazione della normativa in materia. Tra i manifestanti si è parlato di un possibile arrivo a Pordenone anche di Stefano Puzzer, portuale di Trieste e anima delle proteste no green pass.
“L’amministrazione regionale si congratula con le forze dell’ordine e in particolare con la DIGOS di Pordenone che, attraverso un’attenta azione di controllo e prevenzione, ha sventato l’azione pianificata da un gruppo di estremisti no vax il quale, secondo quanto riportato dalla stampa, puntava a occupare la sede della direzione sanitaria dell’ospedale civile del capoluogo della Destra Tagliamento”.
Lo ha detto l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, evidenziando che “è necessario adottare il pugno duro contro chi è passato da un dissenso legittimo alla messa in atto di azioni violente, inqualificabili e pericolose”.
“La sola idea che un’azione di questo tipo che possa andare a buon fine mette i brividi – ha spiegato l’assessore -. Se quanto pianificato fosse stato attuato avrebbe infatti compromesso l’operatività di una struttura sanitaria che per sua natura deve rispondere alle esigenze immediate dei cittadini, nella quale in caso di rallentamenti si generano effetti immediati e gravi sulla salute e, spesso, sulla vita stessa dei pazienti”.