Infuria la polemica politica sulla decisione di Cartabianca, il talk show di approfondimento di Raitre condotto da Bianca Berlinguer, di ‘scritturare’ Alessandro Orsini, sociologo del terrorismo e fautore di tesi ‘controcorrente’ sulla guerra in Ucraina. Si parla di un compenso di 12mila euro per 6 puntate.
Andrea Marcucci, senatore del Partito Democratico: “È molto discutibile che il servizio pubblico metta sotto contratto un opinionista molto sensibile alla propaganda di Putin. La Rai dovrebbe rivedere la decisione di avere come ospite retribuito nel talk show ‘Cartabianca’ il professor Orsini”.
Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai: “Sul caso Orsini l’amministratore delegato Rai Fuortes ha il dovere di dare chiarimenti immediati, oggi stesso. È una materia troppo delicata per farla passare in cavalleria come tutte le questioni Rai. Il Parlamento e i telespettatori che pagano il canone hanno il diritto di sapere chi viene pagato dalla Rai con i soldi pubblici, come vengono scelti gli opinionisti, quali criteri vengono seguiti per la stipula di onerosi contratti. Se davvero i miei colleghi del Pd vogliono trasparenza, pretendano risposte ad horas da Ad e Cda. Non è accettabile che, con i tempi della Vigilanza, se ne parli tra settimane o mesi. Altrimenti finirà in nulla di fatto, come abbiamo già visto con i no-vax, il cui regolamento è stato approvato a pandemia passata e dopo mesi in cui gli opinionisti anti-scienza hanno imperversato nelle trasmissioni del servizio pubblico, o con Rai Way, su cui il ministro Giorgetti è venuto in Vigilanza quando ormai il decreto era già stato pubblicato in Gazzetta ufficiale”.
Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo: “È inaccettabile che i soldi della televisione pubblica vengano utilizzati per pagare gli interventi di Alessandro Orsini, che inquina e disorienta il dibattito pubblico con falsità e ricostruzioni storiche a dir poco discutibili a sostegno di Putin. La libertà d’espressione è un valore fondamentale e un pilastro della nostra democrazia: Orsini, infatti, può dire ciò che pensa proprio perché è in un Paese come l’Italia e non come la Russia. Tuttavia un conto è esprimere il proprio pensiero, un altro comunicare notizie e dati falsi. La Rai, proprio nella sua missione di servizio pubblico e in virtù del suo contratto, non deve prestare il fianco e retribuire operazioni di malcelata propaganda ma concentrare ogni sforzo per offrire al dibattito pubblico un’informazione libera e fondata, come è solita fare”.
Giordano Masini, coordinatore della segreteria di +Europa: “Davvero è necessario che la Rai, ovvero tutti noi, paghi il prof. orsini per fare pubblicità a Putin? Tutte le opinioni sono legittime, ma contrattualizzarle e remunerarle è decisamente inopportuno. Purtroppo anche la Rai, che dovrebbe svolgere una funzione di servizio pubblico, mettendo al centro la verifica della correttezza delle fonti, sceglie gli ospiti dei talk show non in base alle competenze ma in base allo scalpore e all’eco mediatica, anche negativa come in questo caso, che riescono a generare. Non è certo una sorpresa, soprattutto per chi come noi dice da sempre che di una Rai pubblica si potrebbe fare a meno, ma è comunque un brutto spettacolo, che non vale il prezzo del biglietto”.
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