Un biologo italiano di 42 anni, Alessandro Coatti, è stato brutalmente ucciso e smembrato a Santa Marta, in Colombia. I suoi resti sono stti trovati in una valigia. Chi era la vittima e cosa è successo?
Domenica scorsa, 6 aprile, un gruppo di cittadini di Santa Marta, una rinomata città turistica affacciata sul Mar dei Caraibi in Colombia, ha fatto una scoperta agghiacciante. Nel quartiere di Villa Betel, vicino allo stadio Sierra Nevada, alcuni uomini hanno abbandonato una valigia sospetta. Insospettiti, i residenti hanno allertato le autorità locali. Quando la polizia ha aperto il bagaglio, si è trovata di fronte a una scena raccapricciante: all’interno c’erano parti del corpo di un uomo, smembrato con violenza. La testa e le braccia erano presenti, ma il torso e altre parti del corpo mancavano. Dopo le prime indagini, i resti sono stati identificati: appartenevano ad Alessandro Coatti, un biologo molecolare italiano di 42 anni, in vacanza nella città colombiana.
Chi era Alessandro Coatti
Alessandro Coatti, originario di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, era un biologo molecolare di fama internazionale. La sua carriera accademica e professionale era di altissimo livello: dopo aver studiato alla Scuola Normale di Pisa sotto la guida del professor Tommaso Pizzorusso presso il Laboratorio Bio@SNS dal 2005 al 2010, Coatti aveva proseguito la sua formazione con un master in Neuroscienze presso l’University College di Londra.
Qui aveva approfondito le sue ricerche sulle proprietà del campo recettivo delle proiezioni a lungo raggio nella corteccia visiva del topo, un lavoro che lo aveva consacrato come un esperto nel suo campo. Per otto anni, Coatti aveva vissuto a Londra, lavorando per la prestigiosa Royal Society of Biology, dove aveva ricoperto il ruolo di Senior Science Policy Officer, contribuendo a importanti progetti di ricerca e politiche scientifiche. Alla fine del 2024, aveva deciso di prendersi una pausa dalla sua carriera per inseguire una passione personale: un lungo viaggio in Sudamerica. Prima di arrivare in Colombia, aveva visitato Ecuador, Perù e Bolivia, immergendosi nella natura e nelle culture locali. In Colombia, dove era giunto il 28 marzo 2025, aveva anche esplorato il Parco Naturale Tayrona, una riserva naturalistica famosa per la sua biodiversità.
Gli ultimi giorni di Coatti
Coatti era arrivato a Santa Marta il 3 aprile, scegliendo di alloggiare in un ostello nel centro storico della città, una zona nota per il suo fascino coloniale e la vivacità turistica. Secondo quanto riferito dalle autorità, l’ultima volta che è stato visto vivo risale al giorno successivo. Alcuni testimoni hanno raccontato che il biologo aveva chiesto informazioni su come raggiungere Minca, una zona montuosa a circa 20 chilometri da Santa Marta, dove intendeva condurre studi sulle specie locali, un’attività in linea con la sua passione per le scienze naturalistiche. Tuttavia, quella sera Coatti non è mai tornato all’ostello. Secondo le prime ricostruzioni, sabato sera sarebbe uscito per recarsi in un locale notturno, ma da quel momento se ne sono perse le tracce fino al macabro ritrovamento.
Le indagini
L’identificazione dei resti di Alessandro Coatti è stata possibile grazie a un dettaglio: un braccialetto dell’ostello che il biologo indossava al polso. Questo elemento ha permesso alla polizia di risalire alla sua identità, dato che sul corpo non erano presenti documenti. Il comandante della polizia di Santa Marta, il colonnello Jaime Ríos Puerto, ha confermato che Coatti non aveva precedenti penali né risultava aver ricevuto minacce. “Era un turista, uno scienziato senza legami sospetti”, ha dichiarato l’ufficiale. Tuttavia, le circostanze della sua morte restano avvolte nel mistero. Alcuni media locali hanno riportato che il torso di Coatti è stato successivamente trovato in un sacco di plastica, gettato nelle acque del fiume Manzanares, vicino al ponte La Platina, ma le autorità stanno ancora cercando altre parti del corpo per completare il quadro.
La risposta delle autorità
Il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha reagito con fermezza al crimine, annunciando misure immediate per fare luce sull’accaduto. Attraverso un post sui suoi canali social, il primo cittadino ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos colombiani, pari a circa 10mila euro, per chiunque fornisca informazioni utili a identificare e catturare i responsabili. “Ho incaricato le autorità di coordinare l’intero processo investigativo che porterà a chiarire la vicenda della morte del cittadino italiano Alessandro Coatti. Offriamo una ricompensa di cinquanta milioni di pesos per informazioni accurate che ci consentano di identificare e catturare i responsabili”, ha scritto Cuello. Ha poi aggiunto: “Questo crimine non rimarrà impunito. I criminali dovrebbero sapere che a Santa Marta non c’è posto per la criminalità. Li perseguiteremo finché non saranno assicurati alla giustizia”. Le indagini sono attualmente in corso, con la collaborazione della Polizia Metropolitana di Santa Marta, della Procura colombiana e di una squadra investigativa speciale, che include anche la Gaula, l’unità nazionale antiterrorismo.
Il contesto di Santa Marta
Santa Marta, conosciuta come la prima città fondata dagli spagnoli in Colombia, è una destinazione turistica di grande richiamo, con le sue spiagge caraibiche e il fascino del centro storico. Tuttavia, la città non è estranea alla violenza. Secondo un rapporto del Consiglio Cittadino per la Sicurezza Pubblica e la Giustizia Penale di México, Santa Marta è stata classificata come la città più violenta della Colombia e la 26esima a livello globale nel 2025. La zona è sotto l’influenza delle Autodefensas Conquistadores de la Sierra Nevada, un gruppo paramilitare che finanzia le sue attività attraverso il traffico di droga e l’estorsione. Questo gruppo ha sospeso i colloqui di pace con il governo colombiano proprio il giorno in cui Coatti è stato visto per l’ultima volta, ma al momento non ci sono prove che colleghino l’organizzazione al suo omicidio.
Il cordoglio internazionale e il supporto dell’Ambasciata italiana
La notizia della morte di Alessandro Coatti ha suscitato un’ondata di cordoglio in tutto il mondo. La Royal Society of Biology, dove Coatti aveva lavorato per otto anni, ha espresso il suo profondo dolore in una nota ufficiale: “Siamo sconvolti dall’annuncio della morte dell’ex collega Alessandro Coatti, assassinato in Colombia. Alessandro, noto come Ale, era uno scienziato appassionato e dedicato, che guidava il lavoro scientifico sugli animali della RSB, scrivendo numerose proposte, organizzando eventi e fornendo prove alla Camera dei Comuni”.
L’organizzazione ha ricordato che Coatti aveva lasciato il suo incarico alla fine del 2024 per dedicarsi al volontariato in Ecuador e viaggiare in Sudamerica, un sogno che lo ha portato a incontrare un tragico destino. L’Ambasciata italiana a Bogotà sta seguendo da vicino la vicenda, assistendo la famiglia di Coatti con le procedure per l’identificazione del corpo e collaborando con le autorità colombiane per le indagini. Anche la Farnesina ha confermato il suo impegno nel supportare i familiari della vittima.
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