Anche in Sicilia, come ogni anno, il passaggio dall’ora legale all’ora solare avverrà nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre. Alle 3:00 di notte, le lancette dell’orologio dovranno essere portate indietro di un’ora, segnando quindi le 2:00. Questo cambio ci permetterà di dormire un’ora in più. L’ora solare resterà in vigore fino al fine settimana del 30 marzo 2025, quando si tornerà nuovamente all’ora legale.

Questa operazione deve essere fatta sugli orologi da parete o su quelli da polso. Invece, per smartphone, computer e altri dispositivi digitali, non sarà necessario fare nulla: questi si aggiorneranno automaticamente.

Il risparmio

Secondo i dati rilasciati da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale dei flussi di energia elettrica, durante i 7 mesi di ora legale nel 2024 l’Italia ha risparmiato circa 90 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 370 milioni di kWh. Questo risparmio energetico ha avuto anche un impatto positivo sull’ambiente, con una riduzione di circa 170 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Dal 2004 al 2023, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro.

I problemi dovuti all’ora solare

“Il passaggio ora legale/ora solare e viceversa determina inoltre ripercussioni negative sulla salute umana – spiega il presidente Alessandro Miani – Si altera la ritmicità circadiana, ossia l’orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall’ambiente esterno, completa il proprio ciclo in circa 24 ore”

Il dibattito

Da diversi anni si discute sulla possibilità di mantenere l’ora legale per tutto l’anno, invece di alternarla all’ora solare. Il sistema attuale, che prevede 5 mesi di ora solare e 7 mesi di ora legale, è in vigore dagli anni ’60. Nel 2018, il Parlamento europeo ha approvato l’abolizione dell’obbligo di cambiare ora, in vigore dal 1996, lasciando la decisione a ogni singolo Stato membro. Tuttavia, non è stata raggiunta un’intesa comune tra i Paesi europei.

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