Finnegan Lee Elder, lo statunitense accusato dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Marco Cerciello Rega, insieme all’amico Christian Natale Hjort, al processo ha affermato: «Voglio chiedere scusa a tutti, alla famiglia Cerciello e ai suoi amici. Al mondo intero. Quella notte è stata la peggiore della mia vita e se potessi tornare indietro per cambiare le cose lo farei ora, ma non posso».
Davanti ai giudici della prima corte d’assise, lo statunitense ha detto: «Non ho parlato prima per mancanza di coraggio. In carcere ho avuto la possibilità e il tempo di riflettere. Quella notte è stata la peggiore della mia vita, non perché sono in prigione, lontano da tutti. I motivi sono altri: ho tolto la vita di una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. E ho tolto un figlio a sua madre. Non potà mai perdonarmi tutto questo».
E ancora: «Non sarò mai capace di perdonarmi per questo e non mi aspetto che la famiglia di Cerciello possa farlo oggi, sarà difficile, ma spero che un giorno potrà farlo».
Finnegan Lee Elder ha ammesso che quella notte «sono stati commessi molti errori. Il mio è stato il più grande. Vorrei tornare indietro per cambiare le cose, ma non posso. Tutto ciò che posso dire è che provo del rimorso. Ciò che è successo mi ha cambiato per sempre e prometto di non commettere più questi errori».
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