Da venerdì 15 ottobre sarà obbligatorio il green pass per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati. Cosa rischia un lavoratore che non ha il green pass o il tampone che ne attesi la negatività con validità 48 ore?
Ebbene, come riportato sulle FAQ di Palazzo Chigi, pubblicate dopo la firma dei due DPCM da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, «il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass» se si presenta al lavoro senza il certificato.
Inoltre, il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza green pass va incontro ad una multa che va da 600 a 1.500 euro. Vengono, poi, applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore.
Nelle FAQ si legge: «Oltre alla retribuzione, non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario, previsto per la giornata di lavoro non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio». Inoltre, il datore di lavoro che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro.
Poi, come riportato su Il Sole 24 ore, Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro dal mese di agosto, ha risposto a questa domanda: «Se un ispettore accerta che un lavoratore è entrato in azienda senza il green pass per più di un giorno, la sanzione da 400 a mille euro si moltiplica?». La risposta: «A essere sanzionato dalle nuove norme è l’accesso senza green pass, quindi a ogni accesso corrisponde una nuova sanzione. È come se si accedesse più volte a una zona a traffico limitato: se si accede due volte, si è soggetti a una doppia sanzione».
Commenta con Facebook