I ratti hanno infettato un uomo con un nuovo ceppo di epatite E. Come riferito dalla CNN, sono stati registrati alcuni casi, molti dei quali a Hong Kong, che stanno allarmando gli esperti di malattie infettive.
L’epatite E, una malattia del fegato, si diffonde normalmente attraverso l’acqua contaminata dalle feci di una persona infetta. Esistono quattro ceppi noti, solo uno dei quali si ritiene possa infettare l’uomo. Dal 2018, però, sono stati contati 11 casi di contagiati a Hong Kong da un ceppo di epatite E che si pensava potesse colpire solo i ratti.
Il caso più recente, quello di un uomo di 61 anni, è stato scoperto soltanto una settimana fa, il 30 aprile, da ricercatori dell’Università di Hong Kong. Il microbiologo Siddharth Sridhar crede che potrebbero esserci centinaia di persone infettate in maniera involtaria: «Quello che sappiamo è che i ratti di Hong Kong portano il virus. Ma come salta da essi è l’anello mancante: non sappiamo se contaminano il cibo o se ci sia un altro animale coinvolto».
Sebbene molti pazienti con il ceppo umano di epatite E hanno manifestato sintomi lievi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il virus abbia ucciso 44mila persone nel 2015.
La malattia – che può anche causare febbre, ittero e danni epatici a lungo termine – è particolarmente pericolosa per i pazienti con il sistema immunitario indebolito. Il dott. Sridhar e il suo team stanno studiando la malattia e puntano a risolvere il mistero su come il virus salti dai ratti agli umani: «Questo non dovrebbe accadere. Abbiamo bisogno di una continua vigilanza da parte del pubblico per controllare questa insolita infezione», ha spiegato.
Oltre ai casi di Hong Kong, un rapporto del febbraio 2019 ha rivelato di un contagio annche in Canada. Si è trattato di un paziente che, appena tornato dall’Africa, è andato in ospedale dopo avere sofferto di orticaria, nausea, grave ittero (ovvero quando la pelle assume un colore giallastro) e fegato infiammato.
La preoccupazione sta nel fatto che il farmaco usato per il ceppo umano dell’epatite E è meno efficace su questo ceppo. Gli scienziati stanno, quindi, lavorando su trattamenti più efficaci.
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