Lunedì scorso, 26 settembre, i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, che collegano la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico e destinati a rifornire l’Europa di gas russo, hanno subito almeno due esplosioni sottomarine.
Sono state segnalate tre fughe di metano al largo dell’isola danese di Bornholm, situata tra la Svezia meridionale e la Polonia. Sono comparse bolle sulla superficie dell’acqua, con un diametro compreso tra 200 metri e 1 chilometro, individuate dall’esercito danese.
Mette Frederiksen, primo ministo danese, ha parlato di “azioni deliberate” e non di un incidente. La Danimarca ha inviato sul posto due navi militari, la fregata Absalon e la nave per la protezione ambientale Gunnar Thorson, oltre a diversi elicotteri.
Inoltre, il traffico marittimo è stato vietato in una zona di cinque miglia nautiche (circa 9 chilometri) attorno alle perdite, nonché il sorvolo aereo al di sotto dei 1.000 metri di altitudine. Anche la polizia svedese ha annunciato l’apertura di un’indagine preliminare per “sabotaggio aggravato“.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha definito “stupida e assurda” la versione secondo cui ci sarebbe la Russia dietro lo stato di emergenza del Nord Stream.
Peskov ha detto che l’incidente deve essere indagato e che i tempi per la riparazione dei tubi danneggiati non sono chiari. “Ci interessa questo? No, non ci interessa. Abbiamo perso le rotte di approvvigionamento del gas verso l’Europa. L’Europa è interessata a questo, o in particolare la Germania, la locomotiva dell’economia europea? No. Anche loro ora sono in un situazione molto, molto difficile”, ha affermato.
Peskov ha detto: “È abbastanza prevedibile e anche prevedibilmente stupido”, per poi aggiungere: “questo è un grosso problema per noi perché, in primo luogo, entrambe le linee del Nord Stream 2 sono piene di gas: l’intero sistema è pronto per pompare gas e il gas è molto costoso… Ora il gas sta volando in aria”.
Commenta con Facebook