«Meglio mani sporche di sangue che di acqua». Questa è la frase che ha spinto Massimo Giletti, conduttore di Non è l’Arena, il programma di La7, a cacciare dallo studio Raimondo Etro, ex delle Brigate Rosse, condannato a 20 anni di reclusione per il sequestro di Aldo Moro, finito con la morte del politico democristiano.
La frase non è del brigatista ma è tratta da un romanzo del britannico Graham Green: fa riferimento a Ponzio Pilato che si lavò le mani con l’acqua come gesto simbolico per non decidere sulle sorti di Gesù Cristo. Nel caso specifico, sporcarsi le mani con il sangue era associato alla scelta di dedicarsi alla lotta armata anziché non fare nulla e, pertanto, suscitando molta indignazione tra i presenti (tra cui Luca Telese e Daniela Santanché di Fratelli d’Italia), Etro è stato allontanato dallo studio dal padrone di casa.
Su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha commentato: «Ignobili parole pronunciate dall’ex terrorista Etro (già percettore di reddito di cittadinanza) a Non è l’Arena. Spettacolo indecente con offese vergognose rivolte a Rachele Mussolini, Santanché e alle vittime del terrorismo negli anni ’70. Bravo Giletti a cacciarlo dallo studio!».
Su Facebook, invece, il deputato della Lega Gianni Tonelli, nonché segretario generale aggiunt odel Sindacato Autonomo di Polizia, ha scritto: «Meglio mani sporche di sangue piuttosto che di acqua’. Raimondo Etro ospite a ‘Non è l’Arena’ pronuncia quella frase e rilancia con offese agli ospiti presenti. Giletti lo caccia dallo studio ma certa gente non dovrebbe essere invitata in tv».
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