Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, ospite a In Onda su La7, ha affermato: «L’aumento dei contagi di questi giorni? Fa bene il governo ad attuare le norme per identificare precocemente i contagiati. Fatta questa premessa, dico che è fondamentale non confondere il contagiato con il malato».
Il professore ha poi aggiunto, insistendo sulla sua tesi (tra l’altro è la stessa dell’infettivologo Matteo Bassetti): «Il contagiato è semplicemente colui che è venuto in contatto col virus e fortunatamente non manifesta una sintomatologia clinica tale per cui debba essere di competenza del medico». E ancora: «Essere contagiati di Sars-Cov2 non vuol dire essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario».
Duro il commento su Twitter di Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE: «Questa affermazione in ottica di sanità pubblica è una grande bestemmia caro Zangrillo».
Questa affermazione in in ottica di #sanità pubblica è una grande bestemmia caro #Zangrillo
“Essere contagiati non significa essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario”.#COVID19 #inonda https://t.co/2EV4zNUKHC— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) August 12, 2020
Zangrillo ha anche affermato: «È evidente che noi dobbiamo, come medici, cercare di applicare quello che abbiamo in mano. In questo momento le terapie di profilassi che abbiamo, sono quelle, ad esempio, contro il virus influenzale. Dobbiamo quindi fare una massiccia opera di persuasione per quanto riguarda la vaccinazione veramente di massa contro l’influenza. Dopodiché nelle categorie più fragili, anziani e portatori di patologia, anche contro la polmonite da pneumococco».
«Questo – ha aggiunto Zangrillo – contribuirà a fare chiarezza e a limitare l’entità delle patologie di pertinenza ospedaliera».
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