La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. Scopo del referendum era di intervenire sul piano della rilevanza penale e su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe.
Lo ha comunicato il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, in conferenza stampa, dopo la camera di consiglio.
Amato ha dichiarato: “Vi basti dire che il quesito è articolato in tre sottoquesiti e il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti”.
“Già questo – ha osservato Amato – è sufficiente a farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum. Poi ci portano a constatare la inidoneità rispetto allo scopo perseguito perché il quesito non tocca altre disposizioni che rimangono in piedi e che prevedono la responsabilità penale delle stesse condotte”.
Subito il commento di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: “Un’ottima notizia l’inammissibilità del referendum sulla Cannabis. Il partito della droga è stato sconfitto I fautori della morte e quelli che vorrebbero incoraggiare il traffico di droghe gestito dalla criminalità, perché di questo si tratta, hanno perso. Difendiamo la vita, sosteniamo chi recupera i tossicodipendenti, non chi vuole farli rimanere tali per sempre”.
Di parere opposto Elio Vito, deputato di Forza Italia, che su Twitter ha scritto: “Non ammesso il Referendum sulla Cannabis Le mafie ringraziano, le carceri continueranno a scoppiare, i Tribunali ad essere ingolfati, i malati continueranno a soffrire!”.
Oggi l’ammissibilità di quattro referendum sulla Giustizia. Ieri, la bocciatura di quello sull’eutanasia.
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