Franco Locatelli, membro del comitato tecnico – scientifico del Governo Conte, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato: «I dati dell’ultimo bollettino della Protezione civile sono belli, i migliori dall’8 marzo ad oggi dal punto di vista della mortalità. Si è ulteriormente ridotta la pressione sulle terapie intensive. Solo due regioni, Lombardia e Piemonte, presentano numeri di positivi a tre cifre. Le misure di contenimento hanno impedito all’epidemia di dilagare al centro, al sud e nelle isole».
L’oncoematologo ha aggiunto: «Cominciamo ad avere dati di un certo interesse che danno respiro, a 12 giorni dalle prime riaperture. La temuta impennata non c’è stata, nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi», sottolineando che sono tre le Regioi da tenere sotto controllo: «Lombardia, Molise e Umbria dove il rischio viene considerato moderato anziché basso come nel resto del Paese».
Per Locatelli, poi, «con un approccio di riaperture graduali i livelli di rischio si sono mantenuti bassi», ricordando che «in Italia l’epidemia ha assunto dimensioni differenti. Ora le Regioni sono chiamate a fare scelte locali ma nella logica di una collaborazione col ministero della Salute, pronte a stringere le misure se il livello di rischia aumenta».
A proposito di distanza di sicurezza: «Minimo un metro. Partiamo dal presupposto che le probabilità di contagio dipendono dalle quantità di particelle di virus emesse con le goccioline e dalla durata dell’esposizione. Quindi i luoghi aperti sono meno pericolosi di quelli chiusi», ha spiegato Locatelli, aggiungendo che «in un luogo chiuso, anche se ampio, in assenza di distanziamento, le probabilità di contagio dipendono da quanti droplet, le goccioline appunto, escono da naso e bocca. Se respiriamo la quantità è limitata, aumentano se parliamo a voce bassa, ancora di più a voce alta e ancor più cantando».
Inoltre, a proposito delle palestre, «mantenere i due metri è più rassicurante. La distanza va modulata a seconda delle attività. È chiaro che chi corre sul tapis roulant, sotto sforzo, respirando a bocca aperta è più pericoloso di chi fa yoga».
Infine, «In Italia sono stati segnalati 10 casi di iper infiammazione acuta nell’ospedale di Bergamo in bambini di circa 7 anni. Non è una novità preoccupante. La sindrome può essere trattata e nessun piccolo malato ha perso la vita. Confermo, negli under 18 il Sars-CoV-2 non ha un impatto drammatico, per fortuna».
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