No alle elezioni anticipate: oltre la metà degli italiani vuole andare a votare alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera 2018. Secondo il sondaggio dell’istituto di ricerca Index Research, la situazione si è ribaltata rispetto a quattro mesi fa, quando il 51,6% chiedeva di tornare alle urne anticipatamente, probabilmente perché la data della scadenza elettorale è sempre più vicina, oppure perché si profila una situazione di caos rispetto alla governabilità del Paese.
Alla domanda: “Secondo lei le elezioni politiche dovrebbero essere anticipate al prossimo autunno oppure tenersi alla scadenza naturale nel 2018, il 54,6% degli intervistati ha risposto di voler votare l’anno prossimo. Circa un terzo degli italiani (33,6%) invece vorrebbe tornare ad esprimere il suo voto in autunno. L’11,8% non sa o non vuole rispondere.
M5S ancora in leggero calo: passo del gambero per i pentastellati che tornano al consenso di tre mesi fa. Ma tra il Pd e M5S il distacco appare sostanzialmente invariato a due punti e mezzo.
Alla domanda “Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, lei per quale partito avrebbe più probabilmente votato?” il 29,2% degli intervistati ha indicato il Movimento 5Stelle, lo 0,1% in meno rispetto alla scorsa settimana; una variazione quasi impercettibile, ma significativa se si pensa al fatto che l’M5S registra un calo di consensi da diverse settimane.
Il 26,6% degli intervistati sceglierebbe di mettere la crocetta sul Pd (-0,2%), Forza Italia rimane stabile al 13,5%, sostanzialmente invariato anche Fratelli d’Italia al 4,9% (+0,1%), la Lega Nord guadagna lo 0,2% attestandosi al 12,7%.
Sette italiani su dieci hanno paura di un attacco terroristico nel nostro Paese. Dopo le stragi di Manchester, Berlino, Nizza e Parigi, rivendicate dall’Isis il rischio attentati anche in Italia è percepito come un’eventualità molto concreta.
Secondo la rilevazione effettuata dall’istituto diretto da Natascia Turato, all’indomani dell’attacco nella città inglese, 72 su 100 hanno paura di un attentato in Italia.
L’analisi effettuata dall’istituto di ricerca da settembre 2015 a oggi, rileva che il momento più drammatico si è raggiunto dopo la strage di Parigi nel novembre 2015, quando addirittura l’82% degli intervistati confessava di avere il terrore di un attacco.
Da allora la “curva della paura” è rimasta sempre molto elevata, con punte massime in concomitanza degli attentati di Nizza e Berlino.
Spiega Natascia Turato: “E’ come se ci fossimo “abituati” a vivere con il rischio attentati. Una certa ansia ci coglie che si traduce in maggiore attenzione ed in un pensiero, un disagio che avvertiamo soprattutto quando siamo in luoghi affollati, in stazioni, in aeroporti, anche se questo non ci impedisce da vivere la nostra vita”.
La maggioranza della popolazione però crede che chiudere le frontiere non sia la soluzione per sconfiggere l’Isis. Lo pensa il 42,6% secondo Index Research, il 5% in più rispetto a novembre 2015. Il 17,1% invece ritiene sia necessario chiudere i confini nazionali: una percentuale più bassa di quasi due punti rispetto a quella registrata nel novembre 2015.