Oltre lo stretto

Naufragio al largo della Libia, otto dispersi

Otto persone sarebbero disperse in mare al largo della Libia.

E’ quanto riferisce Alarm Phone, che questa mattina intorno alle 6 ha ricevuto una telefonata da un gommone in difficoltà con a bordo una ventina di persone, tra cui donne e bambini. Secondo quanto riferito dai migranti, otto persone sarebbero disperse e il gommone starebbe imbarcando acqua.

Tutte le autorità, sostiene Alarm Phone, sarebbero state informate. “E’ necessario un intervento urgente per salvare queste persone”, è l’appello che arriva da Mediterranea Saving Human

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‘La barca sta andando alle deriva vicino alle frontiera libica-tunisina. Le autorità di #Tunis, #Valletta e #Roma sono informate. A #Tripoli nessuno è raggiungibile, non c’è da stupirsi: c’è una guerra in corso. Chiediamo immediato lancio di operazione SAR!’,twitta ancora Alarm Phone.

Intanto da Marsala parlano i responsabili della ong che arma la Mare Jonio e sfidano il governo “Ubbidiamo ai valori della nostra Costituzione e ai diritti umani. E’ paradossale che ci sia una guerra voluta dai governi contro piccole navi che tutelano la dignità e la vita delle persone in mare, mentre i governi continuano a esercitare arbitrio, violenza e illegalità. Ci sarà, prima o poi, un tribunale che li giudicherà. Forse, quello della storia” dice Alessandra Sciurba, responsabile del team legale e uno dei portavoce della Ong italiana Mediterranea, la cui nave, la “Mare Jonio”, è da alcuni giorni ormeggiata al porto di Marsala.

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L’imbarcazione che il mese scorso ha tratto in salvo una cinquantina di migranti, facendoli sbarcare a Lampedusa, era stata sequestrata dalla Procura di Agrigento fino al 27 marzo. “Dal 19 marzo – aggiunge Sciurba – siamo indagati nonostante abbiamo agito dentro i quadri normativi nazionali e internazionali. I governi, invece, stanno facendo passare il messaggio che il diritto è carta straccia. Che si decide con l’arbitrio, la violenza, l’arroganza. Si tenta di fare rimanere le navi nei porti, come ha fatto anche il governo spagnolo, ma nel frattempo la gente muore in mare. Alla Sea Watch l’Olanda sta per togliere la bandiera. Eppure, tutte le inchieste della magistratura sono finite nel nulla. In questo momento c’è in mare una nave, la Sea Eye, carica di famiglie in fuga dalle bombe, trattata dal governo come una minaccia alla sicurezza dello Stato. La Libia non è mai stato un porto sicuro”.

Ad accogliere a Marsala la “Mare Jonio” sono stati prima gli attivisti di Libera e poi anche le associazioni Archè Onlus, Amici del Terzo Mondo e Arci Scirocco. “Marsala e l’Italia – dice Salvatore Inguì di Libera – non sono quella cosa che spesso appare sui social. Eppure, in questo momento, fare del bene non sembra essere un fatto positivo. Anziché plaudire all’umanità, si fa apparire come cattivi quelli che fanno del bene. La nave Mare Jonio non è anti Salvini, è per salvare vite umane”. La Mare Jonio dovrebbe salpare da Marsala tra pochi giorni.

 

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