Una donna americana è stata bloccata nell’aeroporto Ninoy Aquino di Manila con un neonato di appena sei giorni nascosto in un borsone per portarlo fuori dalle Filippine.
Le immagini della sorveglianza dello scalo della capitale filippina mostrano la donna, Jennifer Erin Talbot, che cerca di passare il banco immigrazione dell’aeroporto senza dichiarare il bambino, ma è stata intercettata al gate d’imbarco dal personale della compagnia aerea. L’americana è stata arrestata per traffico di esseri umani, rapimento e abuso su minori.
CCTV video shows Utah suspect Jennifer Talbot pulling a six-day-old baby out of a bag before passing through security at Manila’s international airport, where she was allegedly trying to smuggle the newborn out of the #Philippines.
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— KSL Newsradio (@kslnewsradio) September 6, 2019
Talbot non è stata in grado di produrre alcun passaporto, carta d’imbarco o permessi governativi per il bambino, hanno detto i funzionari dell’aeroporto di Manila. Anche i documenti della donna sono passati al microscopio per alcune incongruenze: i registri pubblici indicano che ha vissuto nello Utah, ma ai funzionari filippini risultava che la Talbot provenisse dall’Ohio.
La donna, 43 anni, che ha già cinque figli, doveva salire a bordo di un volo Delta Air Lines per gli Stati Uniti con il bambino, hanno detto i funzionari dell’aeroporto. Dopo aver scoperto il bambino, il personale della compagnia aerea ha chiamato il personale dell’immigrazione, che ha arrestato la Talbot all’aeroporto, mentre il bambino è stato consegnato al personale del governo.
La Talbot ha presentato una dichiarazione giurata in aeroporto, presumibilmente dalla madre del bambino, identificata come Maricris Dulap, con il consenso per il bambino a viaggiare negli Stati Uniti, ma il documento non era stato firmato dalla madre, nè approvato dalle autorità. La donna rischia, in teoria una condanna all’ergastolo. C’è il precedente di un cittadino giapponese, accusato degli stessi crimini nel 2005 e rimasto in prigione per 9 anni prima di essere processato.
Anche i genitori del bambino sono stati denunciati, ma non sono stati arrestati, sebbene la madre sia stata interrogata da funzionari della previdenza sociale, ai quali ha ammesso che voleva dare il suo bambino in adozione alla Talbot, con la quale era entrata in contatto su internet.
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