Un orso ed un leone, questi gli animali superstiti dello zoo di Mosul, in Iraq. Lo notizie sul loro stato, una volta liberata la città dai miliziani dell’Isis, riempirono le pagine dei giornali di tutto il mondo.
Anche loro avevano patito la guerra; in parte scappati, come nel caso delle scimmie, altri morti sotto i bombardamenti come di fame e di sete. Probabilmente alcuni di loro finirono nel circuito internazionale di trafficanti di animali. Numerosi pappagalli, infatti, vennero intercettati al confine Turco mentre in Libano le ONG locali riferirono di grandi felini in cattività probabilmente arrivati dall’Iraq. Di certo quando poche settimane addietro le truppe del Governo iracheno e quelle curde entrarono in città, le condizioni dei due poveri animali apparvero subito molto gravi.
Della sorte dell’orso e del leone si prese cura la Kurdistan Organisation for Animal Rights, mentre dall’Austria arrivarono i finanziamenti dell’associazione Tierschutzverein Robin Hood. In pochi, però, sanno che le milizie del califfato, hanno ripreso a bombardare Mosul a colpi di mortaio. Trenta i morti che sarebbero finora stati accertati ma un risvolto ancora meno noto è la sospensione degli aiuti umanitari. Troppo pericoloso farli arrivare.
I punti di accesso alla città sono stati chiusi e risulta impossibile fare pervenire non solo il cibo ma anche i soldi. Dunque, tra questi, anche quelli che la Tierschutzverein Robin Hood convogliava in favore dell’associazione curda di protezione animali che stava a sua volta agendo in favore dei due superstiti dello zoo di Mosul. Ad oggi nessuno ha più notizie di loro.
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