Triste storia da Sarego, piccolo comune della provincia di Vicenza.
Cesare Mascotto, 82 anni, da 13 mesi, ogni giorno, si reca sulla tomba del figlio, morto di cancro a 51 anni, restandoci per ore. Come raccontato dal Giornale di Vicenza, l’anziano arriva con la macchina al cancello, tira fuori una sedia pieghevole rossa che apparteneva al figlio Florindo, si siede accanto al luogo del suo ultimo riposo e ci resta per almeno sei ore, tre al mattino e altrettante al pomeriggio.
Sulle pagine del Giornale di Vicenza: “Nessun padre dovrebbe sopravvivere ai propri figli. È un dolore così innaturale e crudele. Mi siedo qui e gli parlo”, ha raccontato Cesare, ex imprenditore, che non è quasi mai mancato, anche quando c’era troppo freddo o troppo caldo. E ancora: “Sono sempre venuto tranne che per due giorni perché sono stato al lago Trasimento. Avevo comprato a mio figlio una casa là perché facesse un po’ di ferie. Era molto stimato da tanti in paese; il giorno del suo funerale c’era talmente tanta gente che le forze dell’ordine sono intervenute per chiedere di sparpagliarsi”.
Matrotto è noto a tutti. Una donna, Jessica, mentre sistema i fiori della tomba dei genitori, ha detto: “La sua vicenda racconta la parabola del dolore, quell’equilibrio instabile che solo chi ha veramente sofferto può capire”.
Florindo è scomparso il 9 aprile dello scorso anno a causa di un tumore al cervello. “È un dolore così innaturale e crudele – ha detto il padre – Sono stato con lui durante tutta la malattia. Era tanto buono, forse anche troppo”.