Addio a Gianfranco Barra: l’attore romano, morto a 84 anni, lascia un’eredità di ruoli indimenticabili tra cinema d’autore, commedie e fiction italiane.
Roma saluta un’icona del grande schermo. Gianfranco Barra, attore poliedrico e volto amatissimo, si spegne all’età di 84 anni. Nato nella Capitale il 5 aprile 1940, Barra conquista il pubblico con una carriera lunga oltre cinque decenni, spaziando tra commedie brillanti e ruoli drammatici. La sua versatilità lo rende un caratterista di spicco, capace di collaborare con maestri del cinema come Steno, Dino Risi, Pupi Avati e i fratelli Vanzina.
Gli esordi con i grandi
Il debutto arriva nel 1968 accanto ad Alberto Sordi ne Il medico della mutua, diretto da Luigi Zampa. Barra si impone subito come talento naturale. Pochi anni dopo, Nanni Loy lo sceglie per Detenuto in attesa di giudizio, dove offre un’interpretazione intensa. Billy Wilder, invece, lo dirige in Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, evidenziando la sua verve comica. Questi primi ruoli segnano l’inizio di un percorso che lo porterà a lavorare con i più grandi registi italiani e internazionali.
Una carriera con Steno e Risi
Barra diventa un pilastro delle commedie di Steno. Film come La poliziotta, Il padrone e l’operaio, Doppio delitto, Fico d’india e Banana Joe lo consacrano come volto familiare del cinema popolare. Dino Risi lo apprezza in Mordi e fuggi, mentre Franco Brusati lo vuole in Pane e cioccolata, un’opera che unisce satira e dramma. Ogni interpretazione testimonia la sua capacità di adattarsi a toni e generi diversi, dal leggero al profondo.
Collaborazioni eccellenti
Con Pupi Avati recita ne La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, al fianco di Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio. Monica Vitti e Adriano Celentano lo accompagnano in L’altra metà del cielo di Franco Rossi. Barra brilla anche nelle commedie dei Vanzina, da Eccezzziunale… veramente a Sapore di mare e La partita. Pier Francesco Pingitore lo dirige in Gian Burrasca, consolidando la sua popolarità negli anni ’80.
Tra dramma e fiction
Negli anni ’90, Barra dimostra ancora la sua duttilità. Daniele Luchetti lo sceglie per Domani accadrà, Marco Risi per Il muro di gomma e poi per Nel continente nero. Giuseppe Ferrara lo vuole in Giovanni Falcone, un film che affronta temi scottanti. Sul piccolo schermo, l’attore conquista il pubblico con fiction come Il barone, Positano e, più tardi, Benedetti dal Signore, Un ciclone in famiglia e L’onore e il rispetto.
Ultimi ruoli e cinema internazionale
Barra non si ferma. Anthony Minghella lo dirige in Il talento di Mr. Ripley, Tom Tykwer in Heaven. Mario Monicelli lo chiama per Panni sporchi, Ezio Greggio per Svitati. Con i Vanzina torna in Il pranzo della domenica, mentre Federico Zampaglione lo guida in Nero bifamiliare. L’ultima collaborazione con Avati arriva con La cena per farli conoscere, un altro tassello di una carriera straordinaria.
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