La Lega di Matteo Salvini è l’unico grande partito italiano che manifesta perplessità sulle cause della morte del dissidente Aleksei Navalny e non ha manifestato una immediata condanna contro il regime di Putin.
E la conferma di questa presa di posizione proviene dalle parole del suo segretario a RTL 102.5: “Difficilmente riesco a sapere quello che succede in tempo reale in Italia. Se la moglie dice che è stato avvelenato ci saranno elementi, immagino uscirà qualcosa. Come posso giudicare cosa succede dall’altra parte del mondo? C’è un morto, bisogna fare assolutamente chiarezza, la fanno i medici e i giudici”.
Insomma, per il vice premier quanto successo a Navalny, avvelenato, condannato perché oppositore del Cremlino e spedito in Siberia, con ore d’aria a -40°C, è da classificare come un normale fatto di cronaca, dove occorre attendere i responsi, riconoscendo indirettamente un quid di ‘democraticità’ al governo di Putin.
A proposito, infine, delle contestazioni agli esponenti della Lega, presenti alla manifestazione voluta da Carlo Calenda, leader di Azione, Salvini ha detto: “Contestazioni da parte della sinistra ci sono tutti i giorni. Ieri eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti”, cioè in Ucraina, Medio Oriente e nel Mar Rosso. E ancora: “Ci siamo andati, e tutte le fesserie sentite in questi anni sui legami con la Russia e i finanziamenti inesistenti della Russia sono state archiviate dai giudici, non è successo nulla. Noi siamo andiati a manifestare silenziosamente e pacificamente e qualcun altro meno pacificamente ha sputato e ha urlato”.