Un dato in controtendenza rispetto a quelli ancora più drammatici diffusi negli scorsi anni sul bracconaggio in danno ai rinoceronti del Sudafrica.
Secondo il Dipartimento dell’Ambiente di quel paese, nel 2016 sono stati uccisi 1054 animali. Erano stati 1.175 l’anno precedente e 1215 nel 2014.
La diminuizione, però, è in buona parte dovuta ai maggiori sforsi compiuti nel Kruger National Park, il grande Parco Nazionale del Sudafrica che ospita ancora una notevole popolazione selvatica di Rinoceronte bianco. Il numero degli uccisi, infatti, è sceso da 826 del 2015 a 662 dello scorso anno.
Secondo il responsabile del programma Rinoceronte del WWF Sudafrica, dott. Jo Shaw, un enorme sforzo è stato compiuto per la protezione del grande mammifero africano ma, pur evidenziandosi qualche progresso, le popolazioni di rinoceronte rimangono pericolosamente vicine ad un punto di non ritorno.
Gli ultimi dati, infatti, evidenziano come il bracconaggio interessi tutto il paese; le organizzazioni criminali sarebbero in grado di spostare i loro interessi in risposta alle azioni delle forze dell’ordine. Popolazioni importanti, come quelle della provincia del KwaZulu-Natal, hanno mostrato un incremento dei rinoceronti uccisi pari al 38% (161 uccisi nel corso del 2016)
Secondo Margaret Kinnaird, responsabile fauna del WWF internazionale, “non è possibile vincere la lotta contro il bracconaggio senza affrontare il problema della richiesta di corni di rinoceronte di contrabbando. La mancanza di una azione globale volta alla repressione del traffico transnazionale di fauna selvatica rischia di fallire”.
In particolare vi è il bisogno di rendere più dura l’applicazione della legge per le persone implicate nel traffico internazionale, anche nei paesi di origine.
“La corruzione – ha concluso il responsabile del WWF – continua a ostacolare gli sforzi a tutti i livelli”.
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