Quanto è importante per noi il Medico di Base? Ecco una domanda a cui tutti sappiamo rispondere senza riflettere forse abbastanza sulle considerazione che si celano dietro questa risposta.
Il Medico di Base, ancora comunemente chiamato Medico di Famiglia, è quella figura essenziale che opera nel nostro distretto sanitario e di cui diventa responsabile in termini di cura della persona e sanità locale per tutte le persone che ivi risiedono.
Con arrivo del Covid-19 e la messa in discussione del Sistema Sanitario Nazionale e delle regolamentazioni che negli ultimi anni lo hanno messo a dura prova, il Medico di base ha continuato a lottare in prima linea per la salvaguardia a la sicurezza dei suoi pazienti.
Abbiamo assistito, infatti, sui giornali e nei tg, al loro grido di aiuto rivolto alle istituzioni per essere (ri)considerati e (ri)conosciuti in tema di vaccinazioni e prevenzione.
Quello che però viene percepito all’aldilà di queste considerazioni è una sensazione distintamente diversa che mette in luce problemi ben più radicati. Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha infatti recentemente dichiarato l’insufficiente contributo che la categoria costituisce per il sistema sanitario, dando vita così ad un inevitabile botta e risposta tra i maggiori rappresentanti di categoria e le istituzioni.
Il tutto (ahinoi) prende forma dalle dichiarazioni del (non ancora Ministro) Roberto Speranza nel 2019 che segnalava come i vari tagli operati al settore avrebbero portato al conseguente pensionamento di 45mila medici di medicina generali ed un progressivo disagio per tutti i cittadini, a livello nazionale.
Il dato è drammatico e gli effetti saranno sicuramente drastici: il 2022, infatti, rappresenterà l’anno nero per i Medici di Base, che vedranno perdere numeri da capogiro tra le loro fila, con regioni che conteranno più di 1000 defezioni l’anno (in primis Lazio, Lombardia, Sicilia e Campania).
Il problema risiede, però, non solo nelle politiche del passato (di cui vediamo solo recentemente gli effetti) ma anche nel modo in cui questa crisi si sta affrontando. Alle uscite previste nei prossimi anni, infatti, non corrisponderà in modo adeguato l’ingresso di nuova forza lavoro. È il cosiddetto “effetto a collo di bottiglia”, dove è maggiore la perdita che il guadagno ottenuto.
Spesso ci si sofferma su questioni più “semplici” e che non considerano tutti i problemi che ci stanno dietro. Si ha più paura di come fare il cambio del medico di base senza sapere che non solo esistono tanti strumenti che ti permettono di cambiarlo online in pochissimi minuti e facendo a meno di inutile burocrazia ma che queste problematiche sono solo la punta dell’iceberg di una vicenda ancora tutta da risolvere.
Un tempo si diceva “la salute prima di tutto”, oggi ci rendiamo conto quante queste parole abbiano realmente il loro peso, anche se sembra ancora lunga la strada da percorrere per riportare la sanità a quel modesto livello in grado di garantire in modo efficace la sicurezza e il benessere di noi tutti.