Dati inediti che vengono diffusi dall’ONG Oceana in occasione della riunione della Commissione per la conservazione dei tunnidi (ICCAT), in corso in Portogallo
Tonnellate di pesce spada la cui tracciabilità si fa fatica a seguire nei commerci tra Marocco, Spagna e Italia. Una via poco chiara, sempre secondo l’ONG, che farebbe venir meno la tracciabilità di uno dei pescati più importanti dal punto di vista economico, ma sempre più minacciato sul piano della conservazione delle popolazioni del mar Mediterraneo. Già nei giorni scorsi l’ONG aveva messo in evidenza come tale pesce si troverebbe ai minimi livelli di abbondanza. Ad incupire lo scenario vi sarebbe ora il “gioco di mercato” tra diversi paesi del Mediterraneo.
“I frammentati dati disponibili sul commercio mostrano catture di pesce spada dell’Atlantico – ha affermato Lasse Gustavsson, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa – stock correttamente gestito, mischiate con quelle del pesce spada del Mediterraneo. Sappiamo che il pesce spada del Mediterraneo è drasticamente diminuito, è soggetto a scarsa gestione e le sue catture non sono tracciabili lasciando così i porti aperti alla pesca illegale e a giochi di mercato per far fronte alla domanda. Le Parti Contraenti di ICCAT non possono ignorare che la pesca di questo stock è completamente priva di controllo e che il costo di perdere questa risorsa avrebbe un impatto rischioso sull’ecosistema del Mediterraneo e sulle sue comunità costiere”.
Secondo l’ONG l’Italia, per soddisfare la domanda interna, importerebbe pesce spada fresco per un quantitiativo 4 volte (16,363 t) superiore al volume delle sue catture e dipende fortemente dalla Spagna e dal suo mercato di esportazione di pesce spada fresco. La Spagna dal 2007 ha esportato in media 8,323 t all’anno di pesce spada fresco all’Italia ma di cui l’origine non sarebbe chiara. In media, aggiunge Oceana, il 38% (1,832 t) dell’importazione di pesce spada fresco della Spagna proviene dal Marocco, che risulta così il più grande esportatore di pesce spada fresco alla Spagna. Non è chiaro però se queste catture esportate siano avvenute in Atlantico o Mediterraneo. In tale maniera si sottolinea l’inensistenza di tracciabilità per tali catture.
Il Marocco, infatti, sembra presentare dati di mercato inconsistenti: tra il 2007 e il 2012 le sue esportazioni hanno superato le catture per un valore medio di 185t, un’anomalia nel commercio del pesce spada che rimane senza spiegazioni. Algeria, Tunisia e Turchia non figurano esportare le loro catture soddisfando così la domanda interna sulla base della disponibilità interna della risorsa. Diversamente dal tonno rosso, una specie commercializzata a livello internazionale, il pesce spada del Mediterraneo è commercializzato e consumato interamente all’interno della regione.
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