“La Sicilia ha un ruolo passivo in geopolitica. Non può averlo attivo, ma potrebbe correggerlo”. E’ la tesi lanciata da Calogero Mannino a Talk Sicilia. L’ex ministro e senatore della Repubblica ha rilasciato una lunga intervista. Il contenuto integrale sarà disponibile oggi (2 novembre) a partire dalle 15,00 in diretta su Blogsicilia.it e sulla pagina facebook del giornale.
“Come dice Braudel – spiega Mannino -guardando la storia, nella lunga prospettiva la Sicilia ha sempre avuto un ruolo meramente passivo e la sua popolazione, la sua società, non si è mai portata al livello di società nazionale. Infatti la Sicilia, salvo qualche breve tentativo nel 1812, non si è mai portata alla soglia della statualità. La Sicilia è stata sempre un territorio appartenuto. Di conseguenza la Sicilia ha un ruolo passivo nella geopolitica, non può averlo attivo, ma potrebbe correggerlo”.
“Oggi la Sicilia è un hub militare della Nato – continua Mannino – è questo è comprensibile”. Per l’ex Ministro tutto questo è una conseguenza dell’esito del secondo conflitto mondiale: “quando gli americani dovevano arrivare in Europa, decisero che il punto di contatto, il punto di arrivo sarebbe stata la Sicilia. Lo sbarco è il punto di origine di tutto un corso storico”. In fondo, s’è trattato “di una conquista militare ed è la conquista militare dalla quale parte la liberazione della Sicilia e dell’Italia”.
“Anche l’Italia appartiene alla Nato e la Sicilia è l’avamposto più importante che oggi ha la Nato in Europa. Quindi è un’hub nel Mediterraneo, ma è una postazione strategica a livello globale per l’Alleanza Atlantica”. Mannino cita il Muos di Niscemi: è l’installazione più importante in termini di strumento di informazione e di strumento di collegamento in chiave geopolitica”.
La presenza delle basi Nato in Sicilia è un’occasione perduta, per certi aspetti. In fondo, non è mai diventata un’opportunità di crescita economica e sociale. A differenza di quanto è accaduto in altre regioni d’Italia. Mannino spiega il perchè: “In Italia una regione comparabile alla Sicilia per l’interesse militare e geopolitico è il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto. Però negli ultimi trent’anni, quel pezzo di Italia è diventato una della aree più importanti sul piano dello sviluppo economico e dello sviluppo industriale. Alle spalle di Milano è tutta una realtà economica, imprenditoriale, quindi sociale, di grande forza. E’ finita col diventare un sorta di binario di collegamento anche tra quel pezzo d’Italia e gli Stati confinanti, dall’Austria alla Slovenia e alla Croazia. L’installazione militare è stata quasi il fiume , un mezzo grazie al quale è partito un certo tipo di sviluppo in Italia. In Sicilia questo non è avvenuto”.
“Non è stato creato neanche un rapporto di colloquio, di convivenza, di coabitazione tra il personale tecnico militare impegnato in queste installazioni militari e la popolazione locale. Faccio un esempio paradossale. A Pantelleria gli americani sono tutti dentro una stazione che peraltro ha un’obbligazione molto importante.. Non esiste alcun contatto con la popolazione locale. I tecnici o i militari che operano in quella base vengono trasportati con l’elicottero a Marsala o a Trapani Birgi”.