Sono tante le persone che devono fare i conti con alcuni fastidiosi, e talvolta anche gravi, sintomi dopo aver vinto la propria battaglia con il covid. Sintomi che non risparmiano nessuno, grandi e piccoli, giovani e anziani. Stiamo parlando di quello che comunemente viene definito Long Covid. Di cosa si tratta? Quello che sappiamo è che è una patologia invalidante dell’infezione da Sars-CoV-2 e si può manifestare anche dopo alcune settimane dal tampone negativo. Sono sempre più numerose le persone che ne stanno iniziando a soffrire. Si parla di Long Covid quando i sintomi si protraggono oltre i tre mesi.
In Italia, l’Istituto superiore di Sanità, ha stimato che ne soffra il 10% dei guariti e che la ripresa piena è rallentata nella metà di loro. Si tratta soprattutto di anziani, ma anche adulti colpiti da sintomi lievi che poi hanno stentato a riconquistare la normale condizione di salute. Potrebbe colpire anche i più piccoli. In campo pediatrico si parla di Long Covid dopo tre mesi dalla diagnosi d’infezione e in presenza di sintomi che perdurano da almeno due mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi diversa.
Possono essere fino a 115 i sintomi legati al Long Covid. Dalla persistente perdita del gusto, alla caduta dei capelli, starnuti, calo del desiderio, problemi nei rapporti sessuali, mancanza di respiro a riposo, affaticamento, dolore toracico, voce rauca, febbre. E bene però consultare un medico per capire se effettivamente questi sintomi siano legati al Covid o ad altre patologie.
“Le manifestazioni cliniche sono molto variabili e non esiste un consenso sulle caratteristiche. I segni possono essere transitori o intermittenti, cambiare natura nel tempo oppure essere costanti. Il risultato è che il paziente stenta a tornare allo stato di salute precedente l’infezione acuta e questo vale anche per chi ha accusato in quella fase soltanto febbre, tosse e spossatezza. Lo dice l’ISS.
Chi pensa avere ancora in corpo gli effetti del covid dovrebbe eseguire una visita dopo quattro settimane dalla guarigione. La visita andrebbe ripetuta ancora dopo tre mesi. Non vi sono cure standard, come dice al Corriere della Sera, Annamaria Staiano, presidente Sip, ma “le terapie devono basarsi sul sintomo prevalente”.