Le disuguaglianze in Italia sono sotto gli occhi di tutti
“Il sogno europeo è garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati” dalle diseguaglianze, e “questa non è l’Italia come dovrebbe essere, né l’Europa come dovrebbe essere” così il premier Draghi si è espresso al Social Summit di Porto, tenutosi in Portogallo il 7 e l’ 8 maggio.
L’affermazione del Premier italiano fa il paio con le risultanze del più recente report INPS: Il XVIII report nazionale redatto da Inps mette infatti in evidenza una situazione di diseguaglianze sulla quale spesso in Italia si chiude un occhio (anche due) magari concentrandosi, forse oltremodo, su provvedimenti normativi controversi che fagocitano il dibattito pubblico e impattano su fasce di popolazione consistenti ma rischiano di fare trascurare tutto il resto.
Le disuguaglianze della Pandemia
La pandemia non ha colpito tutti alla stessa maniera; è stato evidente già dal periodo del primo lockdown, non tutti disponevamo degli stessi agi, mezzi e finanche competenze per superare la grande crisi; con il passare del tempo è stato evidente anche la differenza con la quale il virus ha colpito diverse categorie di lavoratori o persone: mentre in certi casi l’impossibilità al lavoro o la crisi economica che ha colpito l’attività alla quale si prestava lavoro avrebbero potuto peggiorare la situazione economica di determinate persone (meno garantite) in altri casi, altre persone hanno potuto beneficiare dello shock determinato dalla pandemia, migliorando la propria situazione, magari accrescendo il giro d’affari o aumentando l’accumulazione di risparmio (se la domanda è contratta perché vi è una limitazione come lockdown i dipendenti che percepiscono stipendi consumano meno di prima risparmiando una porzione maggiore di reddito, va da sé la migliore situazione).
Il report INPS sulle disuguaglianze
Il report INPS sopra citato pone in grande evidenzia (ndr. pagina 42) il gap nella retribuzione media per classe di età e genere per i dipendenti nell’anno 2018.
L’andamento rilevato evidenzia risultati crescenti al crescere dell’età e il gap retributivo è presente e rilevante anche in funzione del genere.
Punto di interesse da sottolineare è invece il dislivello che si pone tra la retribuzione dei dipendenti pubblici e quella di dipendenti privati, o anche solo rispetto alla media generale.
Le considerazioni fatte sopra ci portano ad affermare che alla luce dell’anno di pandemia appena vissuto risulta impossibile pensare alla crisi che bisogna affrontare senza aprire un vero dibattito che ponga delicatissime questioni come questa sul piatto, al fine di un analisi più rigorosa di una crisi che senza il confronto l’analisi profonda dei dati non riusciremo a comprendere e dalla quale non sarà facile emergere nemmeno con le importanti somme che l’Europa consente all’Italia di investire mediante il PNRR.
Commenta con Facebook