Maria Alyokhina, leader delle Pussy Riot, nota band di attiviste russe, è riuscita a fuggire da Mosca travestendosi da rider. Come raccontato dal Daily Mail, la cantante ha dovuto affrontare 21 giorni in una colonia penale dopo avere terminato un altro periodo di arresti domiciliari per il suo ultimo atto di ribellione contro la guerra in Ucraina.
Alyokhina, 33 anni, ha deciso, quindi, di lasciare la Russia anziché dovere tornare in un colonia penale, usando come stratagemma il travestimento da fattorina del cibo.
L’artista è una critica di lunga data di Vladimir Putin: per la prima volta attirò l’attenzione repressiva delle autorità russe quando la band interpretò una ‘scandalosa’ canzone di protesta nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, nel 2012. Quell’atto di ribellione le causò una condanna a due anni di carcere per “teppismo” e da allora ha continuato la sua disobbedienza civile: ad esempio, nella scorsa estate, è stata incarcerata sei volte per 15 giorni ciascuna.
Maria Alyokhina, quindi, si è travestita da rider per ingannare la polizia che sorvegliava la casa dell’amica in cui si trovava, abbandonando lo smarphone per evitare di essere geolocalizzata. Un’altra amica l’ha accompagnata al confine con la Bielorussia senza problemi ma è stato più difficile spostarsi in Lituania perché la 33enne è stata respinta al suo primo tentativo.
Alyokhina ha raccontato al New York Times che l’artista islandese Ragnar Kjartansson ha convinto un Paese europeo a rilasciarle un documento che, sostanzialmente, le ha conferito lo status di cittadina dell’UE così da permetterle di entrare in Lituania una settimana dopo il suo arrivo in Bielorussia e sfuggire così alla polizia russa. Come in un film di spionaggio…
Ora la 33enne si trova a Vilnius: non è assolutamente il primo caso di fuga dalla Russia per gli attivisti che dissentono con il regime di Vladimir Putin.