La Russia ha criticato oggi, lunedì 6 giugno, la mossa congiunta di tre Paesi che ha costretto il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ad annullare la sua visita in Serbia. Bulgaria, Macedonia del Nord e Montenegro, infatti, hanno chiuso lo spazio aereo al velivolo di Lavrov. La Serbia, Paese candidato all’UE, che fa affidamento sul petrolio e gas russo, ha rifiutato di imporre sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha descritto la mossa come “un altro canale di comunicazione chiuso”, accusando l’Unione Europea di volere isolare la Russia.
Nel corso di una conferenza stampa a Mosca, Lavrov ha commentato: “Ovviamente, è successo l’impensabile, e capisco l’interesse che mostrate sulla nostra opinione di fronte a queste misure scandalose. Questa è una privazione di uno Stato sovrano del diritto di condurre una politica estera”.
Lavrov ha, poi, spostato l’attenzione sulla fornitura di armi occidentali all’Ucraina: “Il presidente Vladimir Putin ha già commentato la situazione che emergeraà con l’arrivo di nuovi armamenti, io posso solo aggiungere che più lunga sarà la gittata degli armamenti che fornirete, più noi sposteremo avanti dal nostro territorio la linea oltre la quale la presenza dei neonazisti verrà considerata una minaccia per la Federazione Russa”.
Infine, Lavrov ha detto: “L’Ucraina non vuole avere colloqui, si è rifiutata. E abbiamo tutte le ragioni per credere che stia soddisfacendo le richieste della leadership anglosassone del mondo. Eravamo pronti a lavorare con onestà sulla base delle proposte presentate dai colleghi ucraini. E la bozza di accordo scritta sulla base di queste proposte è rimasta in mani ucraine per quasi un mese e mezzo”.