In queste ore sui social si sta parlando molto di Laura Pausini perché, ospite del programma TV spagnolo El Hormiguero, ha rifiutato rifiutato di intonare Bella ciao – molto nota in Spagna anche per la serie di Netflix La Casa di Carta – spiegando di non voler cantare “canzoni politiche”.
Nel video che circola sui social si nota la cantante che, insieme ad altri protagonisti dello spettacolo, tenta di cantare Cuore matto. Però, quando i colleghi spagnoli cominciano a intonare il brano della resistenza, Pausini si è fermato perché non vuole cantare canzoni politiche “e questa è una canzone molto politica”.
Naturalmente, molti i commenti pro e contro la scelta della cantante 48enne di Faenza. C’è chi ha scritto: “Bella ciao è un inno contro le tirannie, quale politica?”. E un altro: “Bella ciao non è un canto politico! È un canto di libertà, o dovresti tornare alle elementari oppure sei anche tu dalla parte dei fascistelli. È un canto di liberazione dalla guerra e dai nazifascisti, non capisco perché non si debba esser d’accordo con i contenuti di questo canto”.
Tra coloro che hanno difeso la cantante c’è chi ha scritto: “Ammiro la sua scelta di non fare politica come fanno tanti suoi colleghi, ma di rimanere fedele al suo ruolo di artista pura”. E un altro: “Da oggi l’ammiro come non ho mai fatto prima… ha scelto di essere libera di scegliere”.
Visti i tempi elettorali, poi, c’è stata anche qualche reazione politica, come quella di Mariza Bafile, candidata del PD alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Estero – Europa: “È vergognosa la posizione di Laura Pausini che si è rifiutata di cantare #BellaCiao sulla TV spagnola. Come figlia di un partigiano vorrei ricordare alla Pausini che #BellaCiao ha accompagnato la lotta contro il fascismo e che, se lei può vivere in una democrazia, lo deve alle persone che sono morte intonando quell’inno. Per un’Italia libera e democratica, come ha ricordato l’associazione “A Madrid si muove un’altra Italia” #enmadridotraitalia, durante la commemorazione del 25 aprile”.
Laura Pausini è stata, però, difesa da Matteo Salvini, leader della Lega, a L’aria che tira su La7: “Io l’adoro e ha diritto di cantare quello che preferisce. Semplicemente l’ha ritenuta una canzone politicamente strumentalizzata da una parte politica, sbagliando perché la liberazione del Paese dall’oppressione nazi-fascista è una conquista di tutti”. “Anche la Liberazione dovrebbe essere una festa di tutti – ha aggiunto – purtroppo qualcuno la riempie di bandiere rose ma i partigiani erano di tutti i colori”.
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