Si celebra il 3 maggio la Giornata mondiale della Libertà di Stampa istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1993.
Un’occasione per ribadire l’importanza del ruolo dei giornalisti e della loro libertà di espressione.
“La vera democrazia non può esistere senza la libertà di stampa – ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani – da ex giornalista, so che è essenziale lavorare in maniera indipendente. Senza questo tipo di libertà non può esserci controllo sulla politica, trasparenza, lotta alla corruzione, buon governo e libertà di scelta. Per questa ragione, l’Unione Europea è il più forte difensore di questo fondamentale diritto in tutto il mondo. Purtroppo, come sottolinea l’organizzazione Reporter Senza Frontiere la libertà di stampa è fortemente minacciata come mai prima. Molti corrispondenti denunciano come i giornalisti vengano intimiditi – non solo nei regimi autoritari – ma anche in paesi che sono di solito considerati democratici”.
Tajani rivolge lo sguardo a quello che sta accadendo in Turchia. “Senza andare troppo lontano, la Turchia è diventata probabilmente la “più grande prigione al mondo per chi opera nei media”. Secondo il Centro per la Libertà di Stoccolma circa 200 giornalisti sono stati imprigionati e 150 organi di stampa sono stati chiusi a seguito del colpo di stato dello scorso anno”.
“Molti giornalisti sono in prigione e oppressi in Cina, Russia, Bielorussia, in alcuni paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. Il Parlamento europeo difenderà sempre queste ingiustizie, condannando ogni tentativo di censurare i giornalisti. Per questo ancora una volta chiedo l’immediato rilascio non solo del giornalista turco-tedesco Deniz Yücsel, ma di tutti quelli che sono ingiustamente detenuti in tutto il mondo per aver svolto il loro lavoro”.
“Quando pensiamo alla libertà di stampa dobbiamo considerare anche internet. È una fonte di conoscenza nella stessa misura in cui è una fonte di pericolo. Quasi la metà degli europei si informa tramite i social media, cosa che ha reso molto più facile la diffusione di notizie false.
“Ci sono molte preoccupazioni riguardo la disinformazione e i discorsi di odio, usati per promuovere la radicalizzazione e il fondamentalismo, in particolare tra le giovani generazioni. Insieme con i giornalisti, legati dal codice etico, dobbiamo promuovere una maggiore responsabilità delle piattaforme digitali”.
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