- La pandemia cambia le abitudini e i consumi degli italiani
- Crescono nei primi 10 mesi del 2020 le vendite di vino
- L’on line e i grocery di piccole dimensioni fanno il boom
La pandemia ha “forzato” le abitudini dei consumatori nella scelta dei canali di vendita anche per il vino, il cui acquisto è cresciuto nella Gdo e online.
Secondo la ricerca IRI per Vinitaly -sui primi 10 mesi del 2020 – le vendite di vino nella Grande Distribuzione sono aumentate “nel 2020 del 6,9% a valore e del 5,3% a volume rispetto all’anno precedente”.
Si è trattato dell’effetto della pandemia che, a causa delle restrizioni applicate alla filiera della ristorazione e al canale Horeca, ha generato una rilevate crescita delle vendite, soprattutto nei mesi primaverili. Tale spinta si è tradotta in un trend positivo per gli spumanti, per i vini di qualità e denominazione d’origine, ma anche del vino da tavola, fascia tradizionalmente più di largo consumo.
“Vanno sottolineati” – ha precisato l’analisi di IRI-“gli aumenti dei vini di categoria medio/alta con la crescita del 13,6% nella fascia di prezzo tra 7 e 10 euro e dell’8,7% nella fascia di prezzo tra 5 e 7 euro. Gli spumanti aumentano del 10,4%, nonostante il crollo nel mese di aprile. Crescono il vino comune, del 4,2% a volume, e il vino a marchio delle insegne distributive (MDD) che aumenta, a valore, dell’8,7% nel comparto vino e del 10,8% nel comparto spumante. I vini biologici, una categoria di nicchia nella Grande distribuzione, mantengono la stessa crescita del 2019: +12,5%, a volume”.
L’emergenza pandemica, pertanto, ha avviato importanti cambiamenti nelle abitudini di acquisto dei consumatori, tanto che – nel corso dei primi 10 mesi del 2020 – le vendite del vino risultano aumentate del 122% online e del ben 200% quelle dei grocery di piccole dimensioni.
Continuano ad essere apprezzati dai consumatori i “target di valore” in riferimento alla salute , alla sostenibilità, pur senza dimenticare il rapporto qualità-prezzo.
Consapevoli del fatto che resterà da capire cosa accadrà dopo la fine dell’emergenza sanitaria a tutto il settore Horeca, alle imprese vinicole non rimane che valorizzare il proprio “customer value proposition”, e ridefinire la proposta di valore aziendale al fine di rispondere ai mutati fabbisogni e magari formare nuovi profili e competenze per meglio interagire con i consumatori, partners e canali rinnovati.
Commenta con Facebook