Sale la tensione in Medioriente dopo che dal Libano sono arrivati in Israele 34 razzi, di cui 25 sono stati intercettati. Mai così tanti dalla seconda guerra del Libano nel 2006, quando il conflitto durò poco più di un mese e fu innescato dal lancio di missili e dal rapimento di due soldati israeliani per opera di Hezbollah.
“Responsabili fazioni palestinesi legate ad Hamas”
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno, infatti, comunicato su Twitter che “un’inchiesta iniziale ha identificato 34 razzi che sono stati lanciati dal Libano verso Israele: 25 razzi sono stati intercettati dall’IDF Aerial Defense Array, mentre 5 sono caduti in territorio israeliano. Altri quattro lanci sono in fase di revisione”.
Israele non ha, comunque, almeno per il momento, reagito al lancio di razzi. Lo ha detto il portavoce militare Richard Hecht in una conversazione con i giornalisti. Hecth ha, poi, aggiunto che la responsabilità del lancio di razzi dal Libano è di fazioni palestinesi legate ad Hamas. L’esercito, inoltre, sta indagando se ci sia un coinvolgimento dell’Iran e in ogni caso ritiene il Libano responsabile per quello che avviene dal suo territorio.
Casa Bianca: “Israele ha diritto a difendersi”
La Casa Bianca, tramite la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson, ha condannato il lancio di razzi, ribadendo come sia “diritto legittimo” dello Stato ebraico difendere il suo popolo e il suo territorio “da ogni forma di aggressione”.
“Il nostro impegno per la sicurezza di Israele rimane incrollabile”, ha aggiunto Watson, sottolineando che usare il Libano come base per “attacchi missilistici contro Israele mette a rischio il popolo libanese e aumenta il potenziale di ulteriore instabilità nel Paese. Siamo estremamente preoccupati per la continua violenza e sollecitiamo tutte le parti a evitare un’ulteriore escalation”.
Militari italiani nei bunker
I militari italiani della missione ONU di Unifil si sono riparati nei bunker delle proprie basi durante l’attacco. La procedura sarebbe avvenuta su disposizione della autorità militari del Comando di Unifil. Anche le truppe che in quel momento facevano pattugliamento sono riparate nella prima base utile a loro disposizione.
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