Matteo Bassetti, il noto infettivologo, a Mezz’ora in più, su Raitre, è intervenuto sull’inchiesta sulla prima fase della pandemia di Covid-19 in Italia che vede indagati, tra gli altri, anche l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza.
Bassetti ha detto: “All’epoca nessuno sapeva cosa stava succedendo e come contrastarlo. O siamo tutti innocenti, o siamo tutti, nessuno escluso, presunti colpevoli. Si rischia che qualunque cosa si decida, in un senso o in un altro, si finisce sul banco degli imputati. Ricordiamoci dove eravamo nel febbraio e marzo del 2020”.
“Allora facevamo scelte al buio”
“In quel momento le scelte le facevamo al buio, io credo che il processo per quei giorni andrebbe fatto al virus – ha aggiunto Bassetti alla giornalista Lucia Annunziata – Oggi buttare tutto in vacca secondo me è profondamente sbagliato, siamo dei tafazzi. Abbiamo commesso degli errori in buona fede: facciamo una commissione parlamentare, in cui tante persone dicono la loro. Rispetto Crisanti ma è il suo parere, sentiamo anche quello degli altri”.
Il rimario del reparto di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova ha proseguito: “Sono d’accordo che andava fatta la zona rossa, sono sempre stato contro le chiusure che sono state troppo lunghe, ma siamo sicuri che la discussione debba essere fatta in procura mettendo tutti sul banco imputati degli imputati? Non è forse più giusto andare a vedere non solo Bergamo, ma ovunque e non solo quella settimana, ma tre anni di gestione del virus?”.
“Il processo andrebbe fatto al virus – ha concluso – Si faccia una Commissione parlamentare in cui si ascoltano tante persone”.
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