L’esercito israeliano torna all’offensiva nella Striscia di Gaza, riprendendo il controllo del Corridoio di Netzarim e annunciando nuove operazioni di terra. Tra obiettivi militari e zone cuscinetto, la tensione sale con Hamas: quali scenari si aprono ora?
Nelle ultime 24 ore, come annunciato ufficialmente oggi, mercoledì 19 marzo tramite un post su X, le truppe israeliane hanno avviato una serie di operazioni di terra mirate nelle zone centrali e meridionali dell’enclave palestinese.
L’obiettivo dichiarato? Espandere la cosiddetta “zona di sicurezza” e creare una barriera tra il nord e il sud di Gaza, un’operazione che segna una nuova fase del conflitto con Hamas. Al centro di questa strategia c’è il Corridoio di Netzarim, un’arteria strategica che collega il confine israeliano al Mediterraneo, ora tornato sotto il controllo dell’IDF dopo mesi di tregua incerta.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le truppe della 252ª Divisione hanno ampliato il loro raggio d’azione fino al Corridoio Filadelfia, al confine con l’Egitto, mentre la Brigata Golani è stata dispiegata nella parte meridionale di Gaza, pronta a intervenire. “Le IDF continueranno a operare contro le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza per proteggere i cittadini dello Stato di Israele”, hanno dichiarato i militari in una nota ufficiale, sottolineando la determinazione a mantenere la pressione su Hamas.
Il Corridoio di Netzarim: un simbolo strategico
Il Corridoio di Netzarim non è solo una striscia di terra: è un simbolo della strategia israeliana per dividere Gaza in due e controllare i movimenti tra nord e sud. Storicamente occupato dall’IDF a partire da novembre 2023, questo corridoio di circa 6 chilometri è stato al centro di feroci scontri e controversie. Dopo un parziale ritiro a febbraio 2025, come parte di un accordo di cessate il fuoco, la sua riconquista segna un cambio di rotta. I carri armati israeliani, secondo i media locali di Gaza, hanno bloccato il movimento dei veicoli palestinesi lungo la strada Salah al-Din, fermando il flusso verso nord.
Questa mossa ha interrotto anche l’accesso delle squadre di ispezione internazionali, che dall’Egitto controllavano i veicoli diretti al nord durante la tregua. La mancanza di un commento immediato da parte dell’IDF su questi sviluppi lascia spazio a speculazioni: è un segnale di escalation permanente o una risposta tattica a nuove minacce? Quel che è certo è che il corridoio, un tempo usato per raid e operazioni di salvataggio – come il recupero di quattro ostaggi nel 2024 – è tornato a essere un fulcro militare cruciale.
L’eliminazione di due leader di Hamas
Parallelamente alle operazioni di terra, l’IDF e lo Shin Bet hanno sferrato un duro colpo alla leadership di Hamas. Il 18 marzo due alti funzionari del gruppo sono stati uccisi in attacchi estivi aerei mirati. Il primo, Yasser Mohammed Harb Musa, era un membro dell’ufficio politico di Hamas, responsabile del “portafoglio della difesa” e del ministero dello sviluppo. “Come parte del suo ruolo, Musa ha gestito l’avanzamento e la guida degli attacchi terroristici contro lo Stato di Israele”, hanno dichiarato IDF e Shin Bet, evidenziando la sua vicinanza a Yahya Sinwar, ex leader di Hamas ucciso nel 2024.
Il secondo, Mohammed Jamasi, guidava il comitato di emergenza del gruppo, coordinando attività governative e attacchi terroristici. “Nel corso degli anni, Jamasi ha ricoperto posizioni chiave nell’ufficio politico e nella leadership del movimento”, ha precisato l’IDF.
L’avvertimento di Israel Katz e il destino dei civili
In questo contesto di escalation, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un monito diretto ai residenti di Gaza. “Residenti di Gaza, questo è un ultimo avvertimento”, ha dichiarato in un videomessaggio pubblicato su X e riportato dal Times of Israel. Katz ha annunciato nuovi ordini di evacuazione per le zone di combattimento, minacciando “una forza che non avete ancora visto” se gli ostaggi non saranno rilasciati e Hamas non sarà costretto a lasciare Gaza. “Seguite il consiglio del presidente degli Stati Uniti. Liberate gli ostaggi e rimuovete Hamas, e vi si apriranno altre opzioni, tra cui partire verso altri posti nel mondo per chi lo desidera. L’alternativa è la distruzione assoluta”, ha aggiunto, alzando ulteriormente la posta in gioco.
Le sue parole arrivano dopo raid aerei che, secondo fonti di Gaza, hanno causato centinaia di morti nelle ultime ore, anche se i numeri esatti restano difficili da verificare.
Commenta con Facebook