L’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, nel corso di un bombardamento contro obiettivi a Beirut avvenuto ieri. Secondo quanto riportato dall’emittente Al Jazeera, che cita la radio dell’esercito israeliano, l’attacco sarebbe stato parte dell’operazione “Nuovo ordine”, condotta dalle Forze di difesa israeliane (IDF). Tuttavia, non ci sono conferme ufficiali da altre fonti. L’agenzia di stampa iraniana Tasnim ha riferito invece che Nasrallah si troverebbe in una “località sicura”, smentendo l’annuncio israeliano.
I bombardamenti su Beirut hanno causato almeno 38 morti, come confermato oggi dalle autorità locali. L’attacco è iniziato ieri pomeriggio, poco dopo il discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in cui ha accusato Hezbollah di antisemitismo. Il discorso, pronunciato di fronte a un’aula parzialmente vuota per via delle proteste di diverse delegazioni, ha preceduto uno dei raid più intensi condotti da Israele su Beirut.
Secondo quanto riportato dalla testata libanese Al-Mayadeen, nove edifici residenziali sono stati rasi al suolo durante i raid, causando vittime anche tra i civili. Le operazioni di soccorso si sono attivate immediatamente, mentre le autorità locali hanno denunciato la continua violazione dei diritti umani da parte delle forze israeliane. Al Manar, la televisione di Hezbollah, ha sospeso la sua diretta dalla periferia sud di Beirut, trasmettendo invece immagini di repertorio di mobilitazioni in Iran, Libano e Yemen, accompagnate da musiche marziali.
Gli attacchi israeliani non si sono fermati a Beirut. Le Idf hanno colpito più di 140 obiettivi nel Libano orientale, concentrandosi nella valle della Beka’a, una zona considerata strategica per le basi di Hezbollah vicine al confine siriano. L’operazione ha preso di mira lanciatori, depositi di armi e impianti di produzione nascosti sotto edifici residenziali, secondo quanto riferito dalle stesse forze israeliane su Telegram.
La notizia dell’uccisione di Nasrallah ha avuto ripercussioni anche in Iran. La Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, è stata trasferita in un luogo sicuro per ragioni di sicurezza, come riportato dall’agenzia Reuters. L’Iran ha condannato duramente gli attacchi israeliani, attraverso il portavoce della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Ebrahim Rezai, che ha dichiarato: “I recenti crimini del regime sionista non resteranno senza risposta”. Rezai ha criticato il silenzio delle organizzazioni internazionali e ha promesso una reazione “pratica e dolorosa” da parte dell’Iran e degli alleati dell’Asse della Resistenza, che comprende forze presenti anche in Yemen e Libano.