L’amministrazione Biden lavorerà con gli alleati per trasferire carri armati di fabbricazione sovietica in Ucraina così da rafforzare le difese di Kiev nel Donbass. Lo ha affermato ieri, venerdì 1 aprile, un funzionario statunitense (che ha parlato in forma anonima perché non autorizzato a parlare pubblicamente), ripreso dal New York Times.
“La decisione di agire come intermediario per aiutare il trasferimento dei carri armati di fabbricazione sovietica, che le truppe ucraine sanno come usare, arriva in risposta a una richiesta del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky“, si legge nel famoso quotidiano statunitense.
Il trasferimento dei tank dovrebbe cominciare presto ma non si sa quanti saranno inviati e da quali Paesi transiteranno, per ovvie ragioni di sicurezza. Questi mezzi consentiranno all’Ucraina di condurre attacchi di artiglieria a lungo raggio contro obiettivi russi nel Donbass.
L’arrivo dei carri armati potrebbe essere un altro segnale di una nuova fase della guerra che dura da cinque settimane, caratterizzata da attacchi russi alle città e alle installazioni ucraine dall’aria e dall’avanzata delle truppe del Cremlino a terra ma in fase di stallo. Tra l’altro, da Mosca si è appreso che l’obiettivo principale è ora conquistare il Donbass, dove i separatisti filorussi combattono contro i soldati di Kiev dal 2014.
Zelensky aveva chiesto domenica scorsa, 27 marzo, agli alleati della NATO di fornire carri armati e aerei, oltre alle armi anticarro e antiaeree. Da qui la decisione statunitense di accontentarlo. Inoltre, in un’intervista rilasciata all’emittente americana Fox News, il presidente ucraino ha affermato: “Dateci dei missili. Dateci aerei. Non potete darci F-18 o F-19 o quello che avete? Dateci vecchi aerei sovietici. Questo è tutto… Datemi qualcosa con cui difendere il mio Paese”.
Gli USA, infine, hanno annunciato fino a 300 milioni di dollari in più in aiuti militari all’Ucraina, compresi sistemi missilistici a guida laser, droni Switchblade “kamikaze” e droni leggeri di tipo Puma.