L’Unione Europea ha mandato un messaggio forte alla Cina per chiederle di non provare ad aiutare la Russia ad aggirare le sanzioni occidentali. Qualsiasi sostegno cinese “offuscherà gravemente la reputazione” della Cina e danneggerà le sue relazioni economiche con l’Europa. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
E Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, dopo un vertice in videoconferenza dei due leader con il presidente cinese Xi Jinping, ha dichiarato: “Abbiamo chiarito che la Cina almeno non dovrebbe interferire nelle sanzionic ontro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina”. E ancora: “Nessun cittadino europeo capirebbe il sostegno a Mosca, che rafforzerebbe la sua capacità di continuare la guerra. Ciò intaccherebbe gravemente la reputazione della Cina in Europa”, ricordando che le aziende “guardano a come si stanno posizionando i Paesi” in merito alla guerra in Ucraina.
Michel ha anche avvertito che l’attegiamento di Pechino “è una questione di fiducia, affidabilità e, naturalmente, influisce sulle decisioni di investimento a lungo termine”, dal momento che Pechino si rifiuta di condannare l’invasione dell’Ucraina, ribadendo la sua “solida amicizia” con Mosca. Il presidente del Consiglio Europeo ha pure detto: “Ci auguriamo che la Cina tenga conto dell’importanza della sua immagine internazionale e dell’importanza delle relazioni economiche con l’UE”.
In effetti, bisogna ricordare che UE e Cina sono interpendenti: l’Unione Europea assorbe il 15% delle esportazioni del colosso asiatico che gli fornisce manufatti e componenti cruciali. La Cina rappresenta, poi, il 10% delle esportazioni dei 27 membri, un mercato chiave per gli industriali europei, soprattutto tedeschi.
Da parte sua, Xi Jinping “sperava che l’UE potesse formare una propria percezione della Cina e perseguire autonomamente la propria politica nei confronti” di Pechino, secondo un resoconto pubblicato dalla stampa di Stato cinese. Per il regime comunista, infatti, gli europei si sono lasciati trascinare in un conflitto di cui Washington sarebbe l’istigatore.